Ha un nome il giovane in giacca e cravatta presente al pestaggio di un cittadino marocchino a Verzi di Lorsica, sulle alture di Chiavari, a metà di agosto: si tratta nientemeno che dell’assessore di un paese vicino, Coreglia Ligure. Si chiama Simone Casagrande, 31 anni, eletto nella lista civica ‘Per la nostra gente’ e diventato assessore senza alcuna esperienza politica, come si apprende dal sito del Comune, ma ”con delega ai contatti con la frazione di Deserega”. E proprio oggi Casagrande si è dimesso dalle cariche di assessore e consigliere comunale dopo esser stato inserito tra gli indagati per tentato omicidio in corcorso di Yassine Aaboudi.
Anche Casagrande dovrà dunque intervenire all’incidente probatorio di lunedì prossimo, presso il Tribunale di Chiavari, che metterà a confronto, per la prima volta, in un faccia a faccia, la vittima e i suoi aggressori, tutti residenti a Cicagna: il suocero di Casagrande, Mauro Trucco, 58 anni, imprenditore dell’ardesia; il cognato di Trucco, Ivo Nolentini, 52 anni e un operaio Paolo Suma che avrebbe fatto l’autista del commando. L’avvocato di Casagrande, Andrea Gotelli, ha confermato la presenza del suo assistito, affermando però che avrebbe avuto un ruolo marginale.
Secondo procura e gip il pestaggio è stato premeditato, razzista, violentissimo e nelle spedizione è stata usata anche una roncola, trovata pochi giorni fa in un bosco vicino a Verzi dove è avvenuto il pestaggio. Aaboudi, secondo i suoi aggressori, sarebbe stato l’autore di svariati furti in paese. Secondo gli inquirenti i sospetti si sarebbero piuttosto concentrati su di lui perché mesi fa era stato colto in flagrante e denunciato per un tentato furto da un videopoker in un bar del paese. Partita da un piccolo borgo dell’entroterra chiavarese, in pieno distretto della pietra lavagna, il pestaggio estivo aveva avuto una grande eco politica dopo che un consigliere regionale dell’Udc, Marco Limoncini, prima sindaco leghista di Cicagna, aveva preso le difese dei suoi concittadini su Facebook. Per essere ripreso con forza il giorno dopo dal presidente del consiglio regionale Rosario Monteleone, che è anche segretario regionale del partito scudocrociato.