Era la sera del 9 febbraio 2009, dagli scranni del Senato Quagliariello dichiarava: “Eluana non è morta, Eluana è stata ammazzata”. Senatore, lo ripeterebbe? Lunedì sera, all’Infedele, per la prima volta Gaetano Quagliariello e Beppino Englaro si sono trovati uno di fronte all’altro. Il politico inizia un monologo quasi incomprensibile, dice che le sue parole non erano rivolte alla mamma e al papà della ragazza, che in aula il clima era concitato, confuso e troppo difficile da capire dall’esterno.
Papà Beppino, seduto in studio lo ascolta attentamente, sembra impassibile. Il conduttore non ripete la domanda e il senatore procede nel suo politichese senza dare una risposta.
Englaro invece risponde leggendo una lettera scritta da sua figlia e gela tutti definendo la non-risposta del rappresentante politico: “La peste del linguaggio”. Poi spiega il significato della sua espressione usando la parola “rispetto” verso se stessi, nei confronti di Eluana, dei suoi genitori ma anche verso un’istituzione come la Suprema Corte di Cassazione. Englaro accusa il senatore di voler far passare una libertà di scelta come eutanasia o, peggio, di aver sotteso – così come altri parlamentari – che si è lasciato morire una giovane donna di fame e di sete. A Beppino non resta che continuare ad aspettare un ‘sì’, o un ‘no’.
Il Fatto Quotidiano, 12 Settembre 2012