A volte i manager non profit si preoccupano dei figli degli altri trascurando i propri. Oggi stava per succedere anche a me.

Alle 11 vengo avvertito che sulla pagina Facebook della mia figlia più piccola (13 anni) compaiono affermazioni del tipo ‘lo so che sono sexy’, ‘sono una troia’ , puzzo di… e altre indicibili oscenità. Non sono su Facebook, non me ne sarei mai accorto e tremo al pensiero… per fortuna lo ‘zio Bruno’ interviene subito (non si scrivono queste cose!) e se ne accorge anche la mia compagna, che mi avvisa.

Scopriamo con sollievo che una ‘amica’ era entrata nella pagina lasciata aperta ed aveva fatto una specie di ‘outing’ sotto mentite spoglie – quelle della mia piccola, appunto. Passo parte della serata a discuterne (concitatamente) con lei, che all’inizio non si rende bene conto della gravità della cosa. Cerco di convincerla a togliersi dalle scatole ‘amiche’ così volgari o a fargli capire bene gravità, idiozia e cattiveria del gesto. Dubito di esserci riuscito come avrei voluto. Il mio stile educativo e di tolleranza ‘non profit’ viene duramente messo alla prova oggi, quasi quasi telefono ai genitori dell’ ‘amica’… ‘ma no, non devo sostituirmi ai figli – mi dico – sono loro che devono vedersela col mondo’. Però la ‘costringo’ a chiarire da sé, con forza.

Spero tanto che mi percepisca protettivo piuttosto che normativo, o ‘esagerato’ (‘Ma papà stai esagerando, è normale tra amiche..’ !!!- ‘Nooooo….!!!’ ) comunque – mi dico – lo capisca o meno, certe cose e certe amiche sono inaccettabili. ‘Allora mi cancello da Facebook!’ grida disperata, in una sorta di minacciato suicidio sociale per un’adolescente! ‘Fai come credi’  le dico ‘ma fallo domani, dormici sopra ora che sei troppo nervosa’ – dentro di me un po’ spero che lo faccia (mentre la madre le toglie l’Ipad per evitare gesti inconsulti) recupererebbe almeno un’ora al giorno per ‘sane letture’ (che per fortuna fa) o rapporti sociali veri (che per fortuna ha in abbondanza). Cerco di recuperare una vena paterna meno aggressiva, sono un ‘non profit’, per Diana!

Nel frattempo la mia figlia più grande (17 anni) ha mollato (più o meno) il ragazzo, piange di delusione come una fontana su tutte le spalle amiche disponibili, mentre – fantastico – le sue amiche-nemiche escono con il suo inqualificabile ex. Anche con lei ho parlato parecchio, oggi e i giorni precedenti: sono un esperto di errori in amore e posso metterle a disposizione un’ampia esperienza … Per fortuna la sera va a sciogliere tossine e delusioni in palestra (pre-pugilistica! – sembra abbia deciso allenarsi meglio ai rapporti con gli uomini). Quando vado a prenderla alle 9 mi sembra più tranquilla. Quest’anno ha gli esami e deve avere ‘la testa a posto’: anche a lei suggerisco di cambiare ‘amiche’…

Per fortuna nulla di nuovo sul fronte occidentale – il mio figlio intermedio, 15 anni: avvistato violaceo dalla fatica sul campo da tennis ma sostenuto dalla voglia di giocare con me e farmi nero (farò di tutto per vendere cara la pelle e sarò felicissimo quando accadrà). Deve trovare amici (oddio che paura!) per giocare di più. Nel frattempo frequenta l’alberghiero, e la sua grande passione ed abilità in cucina è inversamente proporzionale a quella per lo studio, ma come cuoco ha una carriera assicurata. Il suo mito è Gordon Ramsay, mica male!

Questa storia delle amicizie mi permette di comunicare ai figli con enfasi la mia opinione che il nostro successo dipende dalla qualità delle persone di cui sappiamo circondarci, e che ‘da soli’ non facciamo molta strada. Mi suona subito un po’ elitario, ma mi dico che no, non vuole esserlo. Gli cito anche un proverbio africano: ‘Se vuoi andare veloce, vai da solo. Se vuoi arrivare lontano, viaggia insieme agli altri’. Una voce, dentro di me risponde, cinica: ‘Si, però meglio soli che mal accompagnati!’ Il proverbio africano riflette molto bene le convinzioni di noi ‘non profit’, ma l’altro va sempre tenuto in buona considerazione.

Tra una piccola emergenza (familiare) e un’altra, tra iscrizioni settembrine di tre figli (nel massimo dell’economia!) a palestre, cavalli e tennis, tra acquisto libri scolastici (usati) e mille varie siamo al 12 settembre e il vostro manager non profit ha già finito lo stipendio e in banca, ahimè, nessun risparmio! Non profit, aiutami tu.

Morale: avevo promesso un POST sul ‘COME si entra a lavorare nel non profit’, ma stavolta ho dovuto pensare ai figli… (miei, una volta tanto)!

A proposito il 19 settembre pomeriggio incontro (gratuito) con i lettori che lo desiderano a Roma sui temi del lavoro nel non profit e dell’innovazione sociale, numero limitato di partecipanti per poter chiacchierare un po’ con tutti. Se non vi ho scoraggiato, vi aspetto.

Info e prenotazioni con Antonella Andriuolo, comunicazione@asvi.it

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