manifestazione anti-cacciaLa terza domenica di settembre, il 16, l’esercito delle doppiette riprenderà a sparare. E se voi volete opporvi al fatto che un cacciatore penetri nel vostro terreno e spari a vista a un fagiano o a un cinghiale, non potete. La legge è dalla sua parte e l’unica soluzione, lì per lì, sarà abbassare la testa. Poi però potete fargliela pagare.

No, non pensate a una provocazione, non è un invito a delinquere. E’ un gesto molto più semplice e piuttosto promettente proprio in termini finanziari: a questo scopo, basta scaricare dal web il testo della legge sulla caccia, la 157/92, leggere l’articolo giusto e poi fare due conti.

Come spiega l’avvocato della Lega per l’abolizione della caccia/Lac, Claudio Linzola, quest’operazione può portare a risultati economici molto interessanti: “L’articolo 15, comma 1°, della 157/92 stabilisce infatti che “per l’utilizzazione dei fondi è dovuto ai proprietari o conduttori un contributo da determinarsi a cura dell’amministrazione regionale”.

Bello e possibile, anche se mai attuato né fatto rispettare. Non c’è Regione italiana che abbia dato seguito a quanto prescritto dalla 157/92, formulando i necessari criteri attuativi. Ma ora le cose stanno cambiando. Una formale richiesta in questo senso è stata avanzata in Lombardia da Linzola, a nome di alcuni proprietari terrieri. E se non avrà risposta, sarà il momento di promuovere una causa di sicuro interesse generale.

Se l’idea vi tenta, se ritenete giusto porre rimedio a una “dimenticanza” di questa portata, nulla vieta che vi attiviate, sia individualmente sia in associazione con altri, e che la class action intrapresa dalla Lac in Lombardia trovi seguaci, sostenitori, imitatori ovunque. “Secondo i nostri calcoli, che sono calcoli prudenziali per difetto” dice Linzola, “per ogni ettaro di terreno soggetto a servitù venatoria il compenso dovuto ai proprietari di terreni in Lombardia potrebbe ammontare anche a 70 euro all’anno. Gli anni per i quali è possibile riscuotere il dovuto sono dieci, e poiché gli ettari sui quali è applicabile questo indennizzo sono circa 1 milione e 200 mila, ecco che il conto è presto fatto e per niente disprezzabile: parliamo di una somma intorno agli 84 milioni di euro che i cacciatori lombardi sarebbero tenuti a coprire ogni anno, quando rinnovano la licenza venatoria.

Che i cacciatori paghino insieme con il diritto di uccidere anche il diritto di passare sui fondi dei cittadini, spezzandone la quiete, il riposo e la serenità psicologica, è un principio che il legislatore ha formulato a suo tempo per mettere l’Italia al passo con i paesi europei dove sui terreni privati non c’è alcun diritto di passaggio se non eccezionalmente e previo accordo coi proprietari.

Ma non c’è compenso che possa ripagare il dolore di chi, contrario alla caccia, assiste impotente alla strage degli innocenti. Milioni di vite spezzate, a difesa delle quali sabato 15 settembre la Lac insieme con moltissime altre associazioni anti-caccia e animaliste ha convocato una manifestazione nazionale. L’appuntamento è a Brescia, capitale delle fabbriche di armi per la caccia e per la guerra. Alle ore 15 partirà il corteo da via Volturno (piazzale Iveco). Fin dal mattino, invece, ci sarà un presidio con tavoli informativi davanti alla sede della Provincia (che comprende l’ufficio caccia) in via Milano 13.  

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