Ala via la seconda edizione de Le strade del Jazz inventate da Paolo Alberti e Gilberto Mora. Sabato alla presenza del ministro Gnudi in via Caprarie verrà posata la seconda stella dedicata al cantautore scomparso il marzo scorso e al trombettista Miles Davis
“Miles Davis non se ne avrà a male, ma quest’anno la stella del jazz tocca anche a Lucio Dalla“. Paolo Alberti presenta la seconda edizione de Le strade del jazz, manifestazione musicale che venerdì 14 e sabato 15 settembre, invaderà una fetta bella grossa di centro storico a Bologna, già chiuso al traffico per quello che è il primo vero weekend di prova del funzionamento del TDays ad libitum voluto dall’amministrazione comunale.
Così seppur forte di 35 mila preferenze raccolte in un sondaggio sul web, a mister Kind of Blue verrà affiancata la stella dedicata allo scomparso autore di perle swing rivisitate come Star fell on Alabama (album: Terre di Gaibola) e alla sua sanissima voglia di sperimentare accordi sul pentagramma del pop italiano tanto da renderlo una continua partitura jazz. Lucio Dalla diventerà “la stella del cuore dei bolognesi”, dopo che l’anno scorso il riconoscimento ha consacrato il trombettista americano Chet Baker, con il quale oltretutto Dalla suonò più volte durante la sua permanenza a Bologna.
Una due giorni che si apre già venerdì 14 con i concerti jazz al Bravo Café e alla Cantina Bentivoglio in compagnia di un paio di tributi a Miles Davis. Poi nel pomeriggio di sabato 15 alle 17 la posa delle due “stelle” in via Caprarie alla presenza del sindaco Merola, di una madrina d’eccezione come Piera Degli Esposti, e del ministro del turismo Piero Gnudi. In Piazza re Enzo si parte già con la musica alle 19 con il Concerto degli amici di Alberto assieme alla band di Piero Odorici (sax), Marco Tamburini (tromba), Checco Coniglio (trombone), Teo Ciavarella (pianoforte), Paolo Ghetti (contrabbasso) e Gianni Cazzola (batteria). Una session in memoria di Alberto Alberti, fratello di Paolo che con Gilberto Mora si è inventato Le strade del jazz, nonchè inventore di Umbria Jazz: “I perugini sono gran brave persone, ma sono parecchio chiuse – spiega Paolo Alberti – Ad Umbria Jazz ci è finito anche Sting. Per carità nulla di male, ma una nuova Umbria Jazz dedicata solo al jazz la possiamo ricreare proprio qui a Bologna grazie anche agli spazi del centro resi vuoti dalle auto e dai bus per via della chiusura obbligata”.
Sempre in Piazza Re Enzo dalle 21.15 fino alle 23.30 suoneranno l’Eddie Henderson Quintet, in Piazza Galvani il Jim Rotondi Quartet e sempre nello stesso lasso di tempo in piazza santo Stefano sarà Andrea Mingardi con la Rossoblues Brothers Band a regalare un tributo a Ray Charles, confermano ancora una volta, dopo la straordinaria e coraggiosa performance al Concerto per l’Emilia, l’eclettismo musicale di un autore considerato a torto mai oltre la soglia di un folk dialettale per nostalgici anni ottanta.
Ecco infine che l’occasione di una manifestazione del genere, che solo lo scorso anno ha portato in centro città decine di migliaia di persone, prova ad essere un ponte tra mondo del commercio del centro storico e amministrazione comunale, in rotta da sei mesi dopo la scelta dei TDays: “So che molti commercianti storici di Bologna stanno per chiudere, con idee come la nostra il centro si ripopolerà”, chiosa Alberti. Ricordando che se per la kermesse jazz hanno versato l’obolo Carisbo, Fondazione DelMonte, Camera di Commercio e Confocommercio, il Comune ha solo dato l’ok senza metterci un euro.