Nell'intervento a Piazzapulita il primo espulso del Movimento 5 stelle parla ancora da uomo che non si sente per niente allontanato da quel tipo di politica. In serata intervista del consigliere regionale finito nella bufera per il fuori onda: "Sono deluso, ma questa è la mia casa, l'ho costruita anche io. Beppe? Io mi fido ancora di lui"
Beppe Grillo che sfiducia Favia pur senza cacciarlo “sbaglia: Favia è il nostro miglior consigliere regionale, è un patrimonio del M5S”. Parola del primo espulso via blog, Valentino Tavolazzi, intervenuto a Piazzapulita, la trasmissione de La7 che mandò il fuorionda costato a Favia l’apertura del conflitto con Grillo.
Tavolazzi, il primo espulso, è rimasto però col cuore a 5 Stelle, tanto che invita a evitare “il rischio che la democrazia interna al M5S, che ora non c’è perché noi non votiamo le decisioni nazionali, venga confusa con una critica a Grillo e al Movimento. Ho grande stima di Beppe Grillo, che ha fatto grandi cose nel Paese. Ma Grillo non ha finito il lavoro: si deve costruire la democrazia interna, lo prevede l’articolo 4 del non statuto”.
Grillo con Favia sbaglia, ribadisce: “Se esprimere il proprio pensiero, diverso, è motivo di sfiducia del fondatore del M5S, vuol dire che il fondatore non vuole confrontarsi con opinioni diverse dalle sue. Ma nulla è perduto – manda a dire a Grillo – tutto è rimediabile”.
In trasmissione anche Matteo Viscardi, un semplice militante del M5S di Bologna che ogni tanto è anche a Padova. La sua presenza ha fatto infuriare tutto l’establishment del Movimento di Bologna, consiglieri comunali e di quartiere, tanto che prima di esprimersi ha precisato: “parlo a titolo personale”. Poi, sulla democrazia interna, ha detto: “Vogliamo arrivare a usare lo stesso sistema dei Piraten tedeschi. La tecnologia c’è, basta la firma digitale che i Comuni hanno già e non si capisce perchè non la usino con i cittadini”.
”Mi sento deluso e rattristato. Dopo 5 anni dove ho dato tutto trovarmi minacciato, dileggiato e offeso rattrista veramente. E poi per cosa? per essere stato vittima di una scorrettezza giornalistica che ha messo in piazza uno sfogo privato? Dopo non potevo più ritrattare e ho preferito affrontare la questione. Non me ne faccio una colpa: siamo grandi da poter risolvere i nostri problemi”. Lo ha detto Giovanni Favia, il consigliere regionale in questi giorni definito dissidente, in una intervista al Tg Rai dell’Emilia Romagna.
Grillo ha detto di averle tolto la sua fiducia e di auspicare che lasci il movimento, ha osservato l’intervistatore: “Io invece mi fido ancora. Non sono amici quelli che ti dicono sempre di sì, che ti dicono vai alla grande, ti danno la pacca sulla spalla. Sono amici quelli che ti sanno anche criticare e dire che qualcosa non va. Qui non è in gioco il Fans club di Beppe Grillo, ma questo movimento vuole ricostruire il paese. Dobbiamo essere in grado, anche verso Grillo, di dire ‘io non sono d’accordò”.
“Con i fatti e con il proprio comportamento, la propria coerenza ci si costruisce un reputazione – ha proseguito Favia – una credibilità. Io penso di averla e quello che ho fatto in questi anni lo può dimostrare. Poi se fossi un opportunista non avrei bisogno di ambire a nulla. Io sono un parlamentare regionale, posso avere uno stipendio d’oro, benefit, privilegi. Invece ho fatto una scelta di politica come servizio civile e faccio tutti i giorni enormi sacrifici. Potrei passare al gruppo misto e avere uno stipendio d’oro. Non lo faccio: questa è casa mia, l’ho costruita”.