Dopo la denuncia presentata ai Carabinieri dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Giovanni Favia, la procura di Bologna ha aperto un fascicolo per istigazione a delinquere, minacce gravi e diffamazione, ancora contro ignoti.

Favia, in rotta con Beppe Grillo dopo le sue affermazioni in un fuori onda in merito all’assenza di democrazia interna nel Movimento, ha ricevuto sul profilo Facebook un commento di un utente che si firma “Stage Couture”, secondo il quale “Favia andrebbe sgozzato in piazza… Dovrebbe essere ammazzato per dare l’esempio. Esempio chiaro: chi si permette di comportarsi cosi va eliminato. Basta compassione e perdono. Questa gente è nostra nemica”.

Il pubblico ministero titolare del fascicolo è Antonella Scandellari, che ha già disposto gli accertamenti alla polizia postale. Il reato di istigazione a delinquere, è bene precisare, si riferisce al contenuto delle minacce, al significato letterale; la procura cioè non ha ampliato in alcun modo il campo di indagine su presunti istigatori esterni. Il procuratore aggiunto Valter Giovannini, portavoce della procura, ha dichiarato di aver già “disposto con urgenza gli accertamenti tecnici per risalire agli autori dei post”.

La denuncia presentata da Giovanni Favia, due pagine circostanziate, è contro l’utente di Facebook autore della frase incriminata, ma il grillino non ha comunque escluse future mosse contro coloro che nei giorni scorsi hanno dato vita ad una “campagna denigratoria” nei suoi confronti e possano quindi aver indotto qualche scalmanato ad arrivare alle minacce.

Favia potrebbe cioè muoversi contro eventuali ispiratori o istigatori delle frasi minacciose. Ambito che per ora non è di interesse della procura di Bologna. Il grillino ha scritto, infatti, che “raccoglieremo materiale e valuteremo successivamente con i legali se e come procedere nei confronti di coloro i quali si fossero resi partecipi di una campagna denigratoria che ha portato a queste conseguenze”.

Con la querela “contro gli utenti che mi hanno minacciato di morte”, si formalizzeranno “tutti gli atti necessari affinché la magistratura di Bologna possa identificare i responsabili di ogni condotta illecita perpetrata in mio danno e così perseguirli come prevede il codice penale”.

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