A Milano i genitori di bambini con disabilità hanno trovato un’amara sorpresa al suono della prima campanella scolastica: le ore di sostegno ai propri figli sono state dimezzate. A Roma per 420 ragazzi la scuola comincerà più tardi, perché al momento gli insegnanti di sostegno non ci sono neppure. Le motivazioni sono articolate, ma si possono sintetizzare in tre parole: mancano i soldi. Un insegnante di sostegno costa, a seconda dei Comuni, dai 15 ai 19 euro l’ora. Di cui, circa 6 euro vanno al docente, il resto alle cooperative che gestiscono il servizio.

A Milano il Comune sostiene di non aver operato alcun taglio, che il budget assegnato era e resta di 4,4 milioni di euro, ma di aver dovuto innalzare la retribuzione oraria a 18 euro e che questo  ha comportato una riduzione del monte ore del 2%. I presidi delle scuole parlano però di cifre ben più pesanti, con famiglie che si sono viste ridurre il sostegno al proprio figlio anche del 50%.

” Ognuno ha diritto a un’istruzione. L’istruzione dovrebbe essere gratuita, almeno a livelli elementari e fondamentali. L’istruzione elementare dovrebbe essere obbligatoria”. (ONU, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, art. 26)

Quali sono le altre voci di spesa non rivedibili di fronte alla necessità di fornire assistenza per una normale frequenza scolastica a bambini uguali a tutti gli altri nel diritto di apprendere per non parlare di quello, altrettanto fondamentale, di frequentare i propri compagni tra i banchi, in cortile, durante le normali attività scolastiche?

Lunedì  a Milano ci sarà un incontro in Comune per cercare di trovare rimedio a questa situazione inaccettabile dal buon senso e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. E il rimedio si troverà, perché altrimenti sarebbe un grossissimo errore. Perché è giusto. Perché i nostri bambini sono tutti uguali.

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