L'ex capogruppo risponde alle accuse presentando delle contro-carte: auto per il presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese, preventivi per feste e cibi pregiati. Polverini: "Deve andarsene". Ma lui ribatte: "Tutto in regola"
Soldi della Regione per assumere parenti e finanziare la bella vita dei consiglieri Pdl. Il dossier confezionato da Franco Fiorito, ex capogruppo del partito, ora indagato per peculato, coinvolge anche Arianna Meloni, sorella del più famoso ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, nonché moglie di Francesco Lollobrigida, assessore regionale ai Trasporti. L’ex capogruppo del Pdl sputa veleno sui suoi ex compagni: dalla parentopoli interna alle spese pazze, ovviamente tutte pagate con i soldi dei contribuenti. Arianna Meloni, secondo quando riporta il dossier che in Regione sta girando da un ufficio all’altro, sarebbe stata assunta come dipendente, con un contratto di tremila euro al mese. Persone a lei vicine affermano che lavora in Regione dal ‘99 ed è ancora precaria. Ma dopo la maternità non è mai ritornata nella sua postazione, essendo sempre in servizio esterno. A seguire nella lista nera, ci sono anche Alessandra Sabbatini, cognata del deputato Fabio Rampelli. Poi ci sono Carmela Puzzone e Elisabetta Pimpinella, dipendenti del gruppo Pdl, legate a Romolo Del Balzo, consigliere regionale finito in manette nel 2010, per truffa e frode in appalto pubblico: Carmela infatti è la moglie, Elisabetta la nipote.
MA SE DA UNA PARTE c’è la parentopoli regionale, dall’altra Fiorito nel dossier non dimentica le spese che avrebbe pagato per i colleghi di partito. E cala subito il jolly: una festa a CineDistrict di cui aveva dato già notizia utilizzando la stampa nazionale il giorno dopo la sostituzione a capogruppo del Pdl. Allora Fiorito parlava di “festini con donne semivestite”, minacciando di portare la questione in procura. Quell’esposto però non c’è mai stato. In compenso c’è un preventivo, che Fiorito allega al dossier: si tratta di una spesa di 48mila euro, per noleggiare il Teatro di Cinecittà, oltre che il set dell’Antica Roma, per il 21 aprile, Natale di Roma. A richiedere il preventivo, Carlo De Romanis, vice capogruppo Pdl che raggiunto dal Fatto, nega che quella festa ci sia mai stata. “Non è assolutamente vero – dichiara De Romanis – abbiamo fatto un passo indietro dopo aver chiesto il preventivo perché ci costava troppo”. Dalla sua, Fiorito invece conferma di aver effettuato i bonifici alla società, di non essere andato però a festeggiare la nascita di Roma e definisce la festa imbarazzante: ricorda che l’assessore al Bilancio, Stefano Cetica, era “disgustato”.
E ancora. Nel mirino di Fiorito finisce anche il presidente del consiglio del Lazio, Mario Abbruzzese. Giura che ci sono due macchine pagate dall’ufficio di presidenza, entrambe Alfa romeo 159, una parcheggiata presso il comando del corpo forestale di Cassino, l’altra nel garage della Regione.
Per non parlare poi delle ostriche e champagne, tutto pagato con fondi regionali. Centinaia di fatture intestate ai componenti del gruppo alla Pisana, che si sarebbero dilettati tra cene, pranzi e acquisti pazzi. Come il servizio fotografico per la berlusconiana Veronica Cappellaro, presidente della Commissione Cultura. Il costo della sua ripresa fotografica, effettuata dallo studio “Luxardo”, è di 1080 euro. Sempre a lei sono intestate le ricevute di bar e ristoranti: “Pasqualino al Colosseo” (17mila euro) o anche “Bar Martini”, dove una cena tra pidiellini è costata agli italiani 8.800 mila euro.
Poi tocca a Lidia Nobili, che per una serie di eventi nella sua città natìa, chiamati “La Regione incontra Rieti”, fattura circa 150mila euro alla società reatina, Lallaria.
E per finire ostriche e cravatte. Per 10 cravatte di seta e 1 sciarpa di lana i contribuenti hanno pagato senza saperlo 1200 euro. Lo stesso Giancarlo Miele a dicembre del 2010 spende tra champagne “Taittinger” e “Paul George”, Brunello, Primitivo e Shiraz circa 784 euro.
MA TRA I CONSIGLIERI, il reale obiettivo di Franco Fiorito, sarebbe Francesco Battistoni, sicuramente perché lo ha succeduto come capogruppo Pdl dopo la sua defenestrazione. Infatti nel dossier ci sono cinque assegni a Battistoni, senza causale, per un totale di circa 5.000 euro. Oltre i buoni benzina di cui sempre l’attuale capogruppo del Pdl avrebbe chiesto rimborso e che ammontano a circa 50 mila euro.
Insomma, l’ex capogruppo si difende attaccando. E tutto diventa uno scontro che si combatte a colpi di dossier. Perché se da una parte Fiorito addita i suoi colleghi, dall’altra gli avversari non si fanno indietro. Anche Battistoni produce e fa girare tra gli uffici della Pisana una serie di documenti che attestano tutti soldi che Fiorito ha spostato in banche spagnole. Il totale sarebbe di circa 800mila euro.
Una vicenda che sta facendo rumore in Regione. Renata Polverini durante il vertice nazionale del Pdl che ieri si è protratto fino a tarda sera, ha dichiarato di voler “provvedimenti severi” immediati , aggiungendo: “Altrimenti prenderò le mie decisioni sulla base di quello che ho avuto modo di vedere in questi giorni. Nel tardo pomeriggio, a raggiungere la governatrice in via dell’Umiltà è arrivato anche Fiorito che ha negato qualsiasi appropriazione di denaro pubblico.
da Il Fatto Quotidiano del 14 settembre 2012