Persone fuori dal comune. Il Movimento 5 Stelle di Cesenatico grida al «boicottaggio e al golpe istituzionale». Il Pd rincara la dose: «Atto anti democratico». Segue a ruota il Pri «comportamento da stigmatizzare».
Al centro del polverone c’è un fatto mai accaduto prima a Cesenatico. Mercoledì 12 settembre non si è potuta svolgere la IV Commissione in sede di controllo e garanzia perché il comune è rimasto chiuso. Impossibile quindi accedere alla sala consiliare. Nelle due ore di attesa fuori dal municipio, tra l’altro riprese in diretta streaming e disponibili sul sito del Comune, Pri, Pd e M5S hanno preparato una mozione che è stata protocollata giovedì mattina. Chiedono al sindaco e alla giunta di «assumere gli opportuni provvedimenti nei confronti delle persone che hanno impedito il regolare svolgimento della commissione».
La maggioranza ha dato le sue spiegazioni, ma non sono servite a stemperare gli animi. Erano già contenute in una comunicazione fatta girare tra i capi gruppo nei giorni precedenti l’incontro in cui si chiedeva anche a Pd e Pri di disconoscere la IV Commissione ritenendola una sorta di “doppione”. Si legge: «Le tematiche della seduta (Isole ecologiche interrate, intervento su viale Torino, Area ex Nuit), sono sia state ampiamente trattate in sedute pubbliche (assemblee, Consigli Comunali, comitati di zona) e sono state oggetto di informazioni richieste ai dirigenti che hanno fornito puntualmente, tempestivamente e, talvolta, anche fuori dall’orario di servizio, tutte le delucidazioni richieste dai consiglieri comunali e, nello specifico, dal consigliere Papperini».
E le Chiavi? «E’ di competenza del presidente della Commissione Comunale (in questo caso l’esponente del M5S) la prenotazione della sala consiliare e la richiesta ai messi delle chiavi dell’edificio per l’accesso alla sala stessa». Questa la motivazione fornita e subito scansata da Papperini: «L’Amministrazione afferma che non ho richiesto le chiavi per aprire il municipio? E’ falso! Ho seguito l’iter di convocazione come da regolamento e ho richiesto le chiavi con documento scritto e protocollato in Segreteria». Ma aggiunge carne al fuoco scrivendo al Prefetto Angelo Trovato per metterlo al corrente di quanto accaduto affinché «si esprima e prenda provvedimenti».
«Dopo aver boicottato – scrive Papperini al Prefetto – la Commissione “controllo e garanzia”, l’Amministrazione sta preparando il passo successivo per affossare definitivamente le funzioni di tale Commissione ed evitare ogni controllo sul lavoro della Giunta. Ricordiamo che la Commissione era stata introdotta nel 1994 per equilibrare i poteri della Giunta comunale, con l’obiettivo di evitare che le decisioni venissero prese dalla maggioranza senza la possibilità di un effettivo controllo da parte delle minoranze. A breve sarà convocata dal Presidente del Consiglio comunale Angelo Soragni una Commissione ad hoc, segreta e quindi chiusa al pubblico, che avrà il compito di modificare lo Statuto e il Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale”.
«L’Amministrazione – scrive Papperini – ha presentato diversi emendamenti e modifiche con i quali si vogliono legare obbligatoriamente i commi delle Commissioni ai commi del Consiglio comunale. Tali emendamenti porterebbero la Commissione controllo e garanzia a non poter più svolgere le proprie funzioni, che comprendono il controllo sulle Delibere di Giunta e sul lavoro delle società partecipare (compresa la Cesenatico servizi ed Hera). In pratica stiamo assistendo ad un vero “golpe” istituzionale nel Comune di Cesenatico».
Risponde Angelo Soragni. Il presidente del Consiglio Comunale precisa che il suo contributo è a titolo tecnico-procedurale. In merito alla Commissione a porte chiuse ha detto che: «Si tratta di un comitato tecnico di commissari indicati dai gruppi consiliari che sta lavorando alla redazione del nuovo Statuto e Regolamento per armonizzarli al Testo Unico degli enti locali.Non è pubblica solo per agevolarne i lavori, ma non è segreta o secretata, Papperini usa una terminologia che non si usava neanche durante la guerra fredda; poi è membro della commissione quindi la polemica è sterile e pretestuosa come spesso accade quando si tratta di movimento 5 stelle».
La questione non si placa, anzi è polemica. Piovono critiche anche dal Partito Democratico. «È gravissimo – rimarca il segretario Mario Drudi – che ai rappresentanti ed esperti di tre partiti politici e cittadini non sia stato permesso di accedere ai locali del Palazzo Comunale per partecipare ad una commissione regolarmente convocata e annunciata dai mezzi di comunicazione. Così facendo la maggioranza in questo modo ha palesato un autoritarismo inquietante. Da oltre un anno un populismo becero e il continuo svilimento delle istituzioni comunali sono il modo di operare dell’Amministrazione Buda, che esprime una cultura politica e di governo sulla quale il Partito Democratico invita la città, le associazioni di categoria e le forze sociali a riflettere seriamente».
Non è da meno il Pri: «La questioni delle chiavi è stata solo una scusa banale, il problema è che qualcuno non voleva che si discutesse degli argomenti in programma. Tra le parti bisogna trovare un giusto incontro senza esasperare gli animi visto che ci rimettono i cittadini. Quello che è successo è sicuramente un atto molto grave che va stigmatizzato».
di Alessandro Mazza