La rabbia è un sentimento naturale funzionale alla vita e all’evoluzione dell’uomo: permette di percepire come inaccettabili certe situazioni e comportamenti per prefigurare la possibilità di cambiamento. Una sana rabbia ha, quindi, una finalità propositiva e parte dal presupposto che ci siano le energie per arrivare a nuove soluzioni creative.
L’evoluzione della rabbia può essere il livore in cui si cova un rancore sordo e incontenibile unicamente distruttivo senza finalità di cambiamento. Il livore può arrivare all’auto-distruttività per la quale si arriva ad accettare di fare danni a sé pur di distruggere ciò che si avversa, seguendo la frase “Muoia Sansone con tutti i Filistei”.
Leggendo le cronache sulla Fiat apparse sui giornali negli ultimi giorni mi son chiesto se una sana rabbia verso qualcosa che non va, propositiva nei confronti del cambiamento e fiduciosa nel futuro si sia ormai trasformata in livore e auto distruttività. Per i commentatori non è più rilevante mettere a fuoco i problemi, gli errori o le manchevolezze di quella che credo sia ancora la prima industria Italiana. Prevale la speranza, più o meno esplicitata, che questa industria vada a chiudere o fallire definitivamente. In questo modo di affrontare l’argomento è chiaro che emerge molta auto distruttività visto che l’Italia, e quindi tutti noi, riceverebbe un grave danno da questo evento in termini di sofferenze umane, disoccupati, e deficit economico, mancati introiti fiscali.
In molti paesi Europei, in primis i nostri cugini francesi, esiste un rilevante senso di appartenenza a una comunità che occorre proteggere a prescindere dai problemi mentre in Italia, presumibilmente per una diversa storia nazionale, emerge l’idea che gli altri siano sempre migliori, unitamente a una certa intolleranza verso i problemi del nostro paese e voglia di distruggere tutto.
Mi chiedo e domando ai lettori:
– la rabbia verso promesse non mantenute da Marchionne è giusto che porti a un rifiuto di quelle, poche, automobili Fiat che sono prodotte in Italia ?
– se in un paese vengono privilegiate le auto prodotte a livello locale è chiaro che ci sarà la voglia dei costruttori di andare a investire. E’ giusto lasciare a francesi e tedeschi questa prerogativa?
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è possibile pensare che i lavoratori e i loro sindacati possano collaborare nelle decisioni strategiche e nel miglioramento della produttività di questa azienda?
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infine, banalmente, è proprio vero che la Golf è migliore della Giulietta?