Silvio c’è. Si vede e soprattutto si sente. Sì perché a bordo della nave del Giornale, intervistato dal direttore Sallusti, Berlusconi parla, ormai, da neo candidato alle politiche del 2013. E così dopo che ieri, il Cavaliere ha sdoganato, definitivamente, la sua ridiscesa in campo, oggi l’ex presidente del Consiglio pigia sull’acceleratore tra proclami vari. Pronti via, ecco la promessa: “Aboliremo l’Imu” perché “la casa è un pilastro della famiglia”.
Quindi gli attacchi. Primo obiettivo: Beppe Grillo. “Uno straordinario attore comico, ma sta ancora facendo quel mestiere. Non ci si improvvisa amministratori di un Paese o di una città”. Quindi la prevedibile apertura al rottamatore Matteo Renzi. “Lui ha le nostre idee”. E ancora: “Se vince le primarie si verifica questo miracolo: il Pd diventa finalmente un partito socialdemocratico”. Ma Renzi si sottrae all’abbraccio con un post si Facebook: “Oggi scopriamo che Berlusconi è socialdemocratico a sua insaputa. Scherzi a parte, il Cavaliere sa che se vinciamo noi, lui è il primo rottamato. E quindi preferisce (legittimamente) giocarsela con Vendola o Bersani. Ecco perché fa di tutto per metterci in difficoltà. Ma noi siamo più forti delle sue trappole mediatiche”.
Secondo bersaglio: la cancelliera Angela Merkel. ”La Germania non consente che la Bce batta moneta e questo è un mattone che pesa in maniera tragica”. Insomma, a dire di Berlusconi, le resistenze tedesche frenano la corsa verso l’uscita della crisi. Crisi sulla quale, ammonisce, “pesa certamente il fattore psicologico”. E per fissare il punto, Berlusconi intrattiene la platea narrando i suoi primi passi da imprenditore e il suo operato come presidente del Consiglio. “I miei governi – ha detto – hanno varato oltre 40 riforme”. E le sue televisioni? “Non c’e’ stato mai nessun programma Mediaset contro un partito politico, in Rai invece ci sono trasmissioni come Ballaro'”. Sul tavolo, poi, Berlusconi mette le sue critiche all’operato del governo Monti. Il fiscal compact, ad esempio, “le cui norme impediscono la crescita”. Anche perché “senza il taglio delle tasse non si esce dalla recessione”.
L’ex premier parla anche di riforme. Quali? “Bisogna cambiare la Costituzione”. E la legge elettorale? B. non entra nel merito ma spiega che il suo ruolo “cambierà in base alla legge elettorale che ci sarà”. Chiusura che tanto ricorda i tempi della sua prima discesa in campo: “Sento sempre il dovere di non consegnare il paese alla sinistra” .