Una giovane cubana e il fratello, allo stato ricercato, sono accusati del massacro di marito e moglie trovati sgozzati e con il corpo martoriato da botte e torture. Il movente dell'omicidio la rapina finita male. Ai due gli investigatori dei Carabinieri sono arrivati grazie al Dna e alle intercettazioni
La pista balcanica, quella di un giro “sporco” nel quale erano finite le vittime, la ‘ndrangheta, la mafia russa, conseguenze del fallimento della società immobiliare di proprietà di Rino Sostero. Erano state fatte più o meno tutte le ipotesi possibili intorno al duplice omicidio di Paolo Burgato e Rosetta Sostero, torturati prima di essere sgozzati. Invece, come spesso accade, la soluzione era molto più vicina di quanto si pensasse e il crimine maturato in un ambito di conoscenze, potrebbe quasi dirsi una cerchia di amici. A distanza di un mese dal massacro avvenuto nel garage della villetta degli anziani coniugi nella notte tra il 18 e il 19 agosto scorsi a Lignano Sabbiadoro, i carabinieri hanno fermato una giovane cubana, Lisandra Aguila Rico, di 21 anni, e stanno cercando suo fratello, Laborde Reiver Rico, di 24, anche lui un giovane robusto, che potrebbe essere fuggito all’estero. I carabinieri sono ora sulle sue tracce. Saprebbero anche dove potrebbe trovarsi e non escludono che in breve tempo possano catturarlo.
Ieri sera i militari del Nucleo Operativo di Udine e quelli del Ros hanno bloccato la ragazza 900 chilometri più a sud, in un’abitazione di Pontecagnano (Salerno). Poche ore ed era già stata riportata in Friuli: dalle 8 alle 14 è stata interrogata nella caserma di Udine. Alla fine ha confessato e per lei è scattato il fermo. “Non volevo assolutamente che le cose finissero in questo modo”, ha detto agli inquirenti, secondo quanto riferito dal suo legale, l’avvocato Carlo Serbelloni. Che aggiunge: “La ragazza ha detto che la situazione è sfuggita di mano, che l’omicidio non era premeditato e che non voleva assolutamente che le cose finissero in questo modo. E’ molto provata per quello che è successo”.
Alla giovane, crollata dunque dopo sei ore di interrogatorio, è stato contestato il reato di duplice omicidio volontario in concorso “con ignoti”. Non è chiaro, però, se davanti ai carabinieri abbia fatto nomi di eventuali complici: “La mia assistita nel corso dell’interrogatorio ha risposto per quanto riguarda la sua posizione”, si è limitato a dire l’avvocato. L’interrogatorio, condotto dalla pm Claudia Danelon e definito “soddisfacente” dal procuratore capo di Udine, Antonio Biancardi.
A dare una svolta alle indagini sono stati gli esami compiuti sul posto e sulle vittime, primo fra tutti il Dna dei protagonisti raccolto dal Ris sulla scena del delitto e comparato con i tamponi raccolti a numerose persone, anche negli esercizi commerciali di Lignano. E, poi, le intercettazioni telefoniche scattate subito dopo su una cerchia di persone in qualche modo vicine ai coniugi Burgato. Tra queste, anche i due ragazzi cubani, conosciuti nel piccolo, ma noto centro turistico di Lignano Sabbiadoro: la madre, cubana, che li aveva avuti di primo letto da un compagno suo connazionale, da tempo li faceva venire in Italia ogni estate. Lei aveva abbandonato l’isola dopo che il padre dei ragazzi se ne era andato e, giunta in Italia, è finita a Lignano, trovando anche un compagno fisso, il proprietario de “Il Re del Gelato”, dal quale ha avuto due figli. Persone serie, rispettate, con un negozio di fronte a quello dei Burgato, con i quali dopo tanti anni ormai condividevano più di una semplice conoscenza. Tanto che pure ieri Michele, il figlio delle vittime, è andato a prendere un gelato da loro. Un negozio dove a lungo la ragazza fermata ha lavorato come commessa.
Stimati anche i ragazzi, sui quali nessuno della piccola comunità lignanese ha mai avanzato sospetti. Qualcuno dice che avrebbero agito sotto effetto di stupefacenti per compiere un massacro come quello fatto. Ma anche il movente, a questo punto, appare più semplice: una rapina finita male, vale a dire l’ipotesi originaria. La coppia di coniugi ha reagito, nella colluttazione i due fratelli sono stati riconosciuti e allora è scattata la furia, complice il fatto di non aver trovato un “tesoretto”, soldi nascosti dietro un battiscopa. Il fermo arriva nel giorno in cui il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, è a pochi chilometri di distanza, a Trieste: “E’ una svolta e devo dire che i carabinieri sono stati straordinari, hanno condotto un’indagine molto difficile e complessa ma sono arrivati a un risultato. Quindi possiamo essere molto soddisfatti e complimentarci per la loro professionalità”. Anche il comande generale dell’Arma, Leonardo Gallitelli, nel pomeriggio arriva a sorpresa nella caserma di Udine. Vi rimane oltre un’ora – insieme al comandante del Ros, il generale Mario Parente – poi riparte scortato da tre auto. Pochi minuti e dal cancello esce anche una Subaru grigia con a bordo la ragazza, diretta al carcere Coroneo di Trieste. Comprensibilmente ed “evidentemente sconvolto” è Michele Burgato, il figlio delle vittime, che ringrazia anche lui i carabinieri per “l’ eccellente lavoro svolto”. Grato pure il sindaco di Lignano Sabbiadoro, Luca Fanotto, che però afferma: “Per la nostra città è stato un altro risveglio tragico”. Nella vicenda ci sono ancora alcuni elementi oscuri, a cominciare proprio dalle eventuali complicità.
La piccola comunità ringrazia i militari dell’Arma con cartelli, anche se quasi non crede che possano essere stati i due ragazzi. “Se non me lo dice lui, non ci credo” dice la signora Doretta, titolare della sala giochi di Lignano dove per qualche mese ha lavorato Reiver: “E’ un bravo ragazzo, siamo sconvolti e increduli”. La signora Doretta ricorda di aver visto l’ultima volta il giovane il lunedì successivo alla scoperta del massacro. “E’ venuto qui a giustificarsi perché gli avevo telefonato in quanto avevo necessità che lavorasse il 17 agosto alle 19 e invece non ha mai risposto”. Tyson, come l’ aveva soprannominato l’altro titolare della stessa sala giochi, aveva trovato questo lavoro grazie a un amico colombiano con il quale divideva un appartamento nella zona. Il giovane ha parlato più volte di un viaggio a Cuba che avrebbe dovuto intraprendere proprio nel giorno in cui si è verificato il duplice omicidio. La sua compagna, infatti, secondo quanto avrebbe raccontato alla signora Doretta, stava per partorire il secondo figlio e lui aveva intenzione di raggiungerla. Ed è lì a Cuba che è probabilmente diretto.