Leggo che in Italia, alcuni opinionisti, liquidano la questione delle foto in topless di Kate Middleton, come gossip e l’atteggiamento dei reali come una reazione esagerata, insomma tanto rumore per nulla.
Ora, è chiaro che in un Paese come il nostro, dove siamo sopravvissuti alle performance private di ministre, parlamentari ed europarlamentari, consigliere regionali, provinciali e comunali, due tette reali non ci fanno né caldo né freddo.
Ma la questione non è così banale. Il punto vero è fin dove si può spingere una notizia. Kate non fa la soubrette o la modella quindi non ha alcun interesse ad alimentare il gossip né tantomeno a mostrare le sue grazie. Rappresenta invece la Corona, che per gli inglesi è una cosa seria.
Se Kate fosse stata beccata con un altro, se avesse fatto qualcosa di sconveniente per l’opinione pubblica, allora un barlume di giustificazione quelle foto lo avrebbero avuto. Invece era con suo marito. Quante volte noi siamo nude a casa con nostro marito? La verità è che la notizia non c’è. C’è invece lo sguardo morboso al quale ci siamo assuefatti quando guardiamo una giovane donna, possibilmente famosa.
Se pensiamo che Mondadori, editore del giornale in questione, è anche l’unico ad aver pubblicato la foto di Diana morente (su Chi) ci rendiamo conto di quanto in basso può cadere un giornalista e di quanto possa essere furioso William con l’editore in questione.
Molto diverso è il caso delle foto scattate a Silvio Berlusconi (le più interessanti immagino siano quelle fatte dai telefonini delle sue ospiti alle cene eleganti). La notizia d’interesse pubblico c’era eccome: le ragazze che Berlusconi invitava alle sue feste diventavano ministre, parlamentari, europarlamentati, consigliere regionali, provinciali e comunali senza averne i requisiti, mistificando il mondo del lavoro, togliendo la possibilità di carriera a chi lo meritava sul campo e soprattutto, trasmettendo un messaggio terribile alle giovani donne: che per avere delle responsabilità pubbliche bastava compiacere il capo. Questa è la colpa più grave e meschina: bruciare i sogni delle ragazze. Relegarle a dimostrare nel letto o a cena le loro capacità. Volgare e tribale. E non siamo neanche stati capaci di tirarlo giù dal posto che ricopriva con regolari elezioni. Datemi pure della bacchettona ma io sto dalla parte di Kate. Evviva chi si batte per non essere una ragazza da giornaletto patinato di serie zeta.
Oggi, il vero anticonformismo, sembra essere il recupero della propria dignità.