Dentro, nell’Aula magna di Santa Lucia, l’ex presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet riceve la laurea honoris causa dalle mani del Magnifico Rettore, Ivano Dionigi. Fuori, a qualche centinaio di metri, il presidio chiamato dai collettivi bolognesi e dal sindacato di base Cub si svolge in tranquillità e senza tensioni. In mezzo, a prevenire ogni possibile blitz, cinquanta poliziotti in tenuta anti sommossa chiudono tutti gli accessi al luogo della cerimonia.
In tutto un’ottantina di militanti hanno manifestato la loro indignazione contro una laurea honoris causa che hanno da subito bollato come “scelta politica vergognosa“. “No alla truffa del debito che si abbatte sui cittadini invece che su finanza e banche”, hanno più volte spiegato al megafono, mentre il volantino distribuito ai passanti attaccava “chi ha salvato le banche e costretto gli Stati all’indebitamento”. Una manifestazione che si è conclusa con un breve corteo e che ha visto un’iniziativa simbolica di fronte alla sede dell’Abi, l’associazione bancaria italiana: “Chiuso per usura” è stato lo striscione appeso di fronte agli uffici dell’associazione.
Un presidio in sordina per quella che doveva essere una mobilitazione in grado di coinvolgere tutta la città. Molte le cause, a cominciare dall’assenza degli studenti, che a Bologna stanno ritornando in questi giorni. “Se qui ci sono solo cento persone e non tutta la città è perché la gente non si muove finché non verrà toccata nel vivo – ha attaccato Franco Bifo Berardi, storico leader del movimento bolognese – Ma presto se ne accorgeranno, e qualcuno verrà a prendere anche loro, il loro lavoro e le loro case. Così come è successo in Grecia”.
Poi, riferendosi all’università di Bologna che ha deciso per la laurea a Trichet, Bifo fa partire il suo attacco: “questa è una classe dirigente servile e ignorante che ama e si piega al potere. Trichet, ex presidente della Bce, è responsabile della crisi economica in cui si trova l’Europa”. E ancora: “l’Alma Mater si è inchinata al dogma del liberismo. Così si sancisce la sottomissione del sapere accademico all’ignoranza”.
Dentro all’aula magna di Santa Lucia una cerimonia di laurea ad honorem che più in sordina non si può. Basso profilo e sobrietà, per Dionigi e accademici convenuti, anche nei discorsi di motivazione della laurea, evitando possibili fraintendimenti che non avrebbero fatto altro che soffiare sul fuoco della protesta, poi non arrivata.
In prima fila, nell’aula absidale di Santa Lucia a Bologna, il minimo sindacale di politici, istituzioni ed elites economico/industriali: Romano Prodi è arrivato a cerimonia quasi conclusa, visibilmente assente la triade sindaco di Bologna-presidente della Provincia-presidente della Regione, ci si è rifatti con i vertici di Confindustria locale, Alberto Vacchi e Romano Maccaferri.
“Ci sono abituato, è successo anche in altre città in cui sono stato”. Così ha subito risposto Trichet liquidando le annunciate contestazioni da parte dei collettivi studenteschi. Poi ha proseguito spiegando il suo punto di vista sulle possibili soluzioni per uscire dalla crisi economica: “Confido che un’unione bancaria che aiuti a separare le banche commerciali dalla credibilità di quelle centrali sia un concetto appropriato. La sua attuazione potrebbe cominciare con la ricapitalizzazione diretta di alcune banche, in particolare in Spagna”.
Infine un appunto sul suo successore Mario Draghi: “La Bce non si sostituisce ai governi e non può farlo, ma è un’ancora di stabilità e di fiducia nell’Eurozona. Ciò che è stato fatto da Draghi è molto importante e a mio avviso è in continuità con quanto è stato fatto dall’inizio della crisi”.
di Giovanni Stinco e Davide Turrini