Vignali in un'intervista al direttore della Gazzetta di Parma parla della sua giunta, delle "responsabilità degli altri", delle offerte del Pdl e del fenomeno Grillo: "E' la politica coi suoi privilegi che lo ha creato"
A distanza di un anno dalle sue dimissioni, l’ex sindaco di Parma Pietro Vignali è tornato ad essere un cittadino comune, che fa il pendolare a Bologna e guadagna 500 euro al mese. Ma guardando al suo futuro, non esclude un ritorno in politica, a fianco del Pdl. “Qualcosa c’è stato, ma solo un contatto, una richiesta di disponibilità – dichiara l’ex primo cittadino in un’intervista alla Gazzetta di Parma, anche se ammette che è prematuro parlarne – Ma non sono convinto. La politica sta attraversando un momento di grande confusione. I partiti tradizionali sono in una fase di grave crisi, è grazie alla loro dabbenaggine, anche a quella del Pdl, che è nato e cresciuto il fenomeno Grillo”.
Vignali vede nei partiti tradizionali responsabilità precise che hanno portato all’ascesa della cosiddetta “antipolitica”: “Se avessero dimezzato il numero dei parlamentari – continua – se avessero cambiato la legge elettorale restituendo alla gente la possibilità di scegliere i propri rappresentanti, se la casta avesse eliminato molti dei suoi privilegi, se gli onorevoli si fossero ridotti i compensi, Grillo non esisterebbe. In questo senso Grillo è un fenomeno che hanno creato loro”.
Era il 28 settembre del 2011 quando Vignali, travolto dalle inchieste Green Money e Easy Money che a giugno avevano portato all’arresto di dirigenti del Comune e di un assessore della sua giunta per tangenti e corruzione, lasciava il Municipio fra gli insulti e le proteste degli “indignados”. Da allora l’ex sindaco è sparito dalla scena politica cittadina, lasciando la guida di Parma al commissario straordinario Mario Ciclosi e intervenendo saltuariamente con qualche sfogo scritto durante la campagna elettorale per difendersi dalle accuse lanciate dai candidati alla fascia tricolore. Ora il suo successore è Federico Pizzarotti del Movimento 5 stelle e Vignali, 44 anni, fa pratica da commercialista in uno studio di Bologna, ripartendo da zero dopo 14 anni di politica. “Ricominciare non è stato facile” ha ammesso l’ex primo cittadino, che dalla sua caduta non ha più avuto contatti con i suoi assessori e ora conduce una vita solitaria, tra nuovo lavoro e famiglia.
“Quel terremoto ha rubato la mia vita, se l’è portata via”, ha confessato al direttore del quotidiano Giuliano Molossi, al quale ha ribadito la propria innocenza rispetto ai fatti che hanno portato alla fine del suo mandato: nessun coinvolgimento, nessun avviso di garanzia ricevuto e nessun sospetto, da primo cittadino, del giro di corruzione tra i suoi più stretti collaboratori, alcuni dei quali erano anche cari amici. “Per la verità mi erano giunte alcune voci su di loro. Li affrontai a muso duro e chiesi conto dei loro comportamenti – racconta Vignali – Loro negarono tutto e mi tranquillizzarono. D’altra parte io vedevo che nel loro lavoro erano molto efficienti e professionali, non potevo lamentarmi”. E ancora: “Io lavoravo come un matto… Cosa avrei dovuto fare? Mettere le cimici nei loro uffici?”
Di una cosa però Vignali è certo: senza quegli arresti sarebbe riuscito ad arrivare a fine mandato: “Si è fatto un gran polverone sui debiti, ma è un falso problema. Sotto i portici del grano non ho mai visto nessuno protestare per i debiti. Quelli del Comune di Parma, 165 milioni, circa 883 euro per abitante, sono inferiori a quelli di molte altre città”. Sui debiti delle società partecipate indicate nella relazione del commissario Ciclosi, Vignali si tira indietro e scarica le colpe sul suo predecessore Elvio Ubaldi: “Io di partecipate ne ho battezzate solo tre su trenta, le altre c’erano già. Le situazioni più critiche sono quelle di Stu Stazione, Stu Metroparma, Spip e Stu Pasubio, tutte società che erano già esistenti prima che io arrivassi. E comunque la relazione del commissario Ciclosi ha fatto un quadro fuorviante e confuso, la situazione è preoccupante ma non così disperata come si vuole far credere. Tra l’altro la nuova amministrazione, rispetto alla mia, ha a disposizione per la parte corrente quasi 47 milioni all’anno dovuti al raddoppio dell’addizionale Irpef e all’applicazione dell’aliquota massima dell’Imu”.
Infine sul nuovo sindaco Pizzarotti Vignali non risparmia critiche, pur giudicando positivamente i progetti della nuova amministrazione a Cinque stelle: “Ho detto che si sta facendo poco o nulla per il decoro urbano, ci sono intere zone sporche e degradate, graffiti sui muri, nessuna cura del verde… Io giro per la città e dico quello che vedo. Poi mi rendo conto che lui ha problemi più grandi della cura delle aiuole, e che cento giorni sono pochi per giudicare un sindaco. Bisogna lasciarlo lavorare per vedere i risultati”.