Cominciare la scuola a 5 anni come gli inglesi? “Meglio seguire l’esempio della Finlandia, dove l’età di ingresso tra i banchi è 7 anni e i risultati scolastici sono migliori. In ogni caso, per cominciare prima, l’intera didattica della scuola elementare dovrebbe essere rivista ed adeguata alle esigenze di apprendimento specifiche di alunni più piccoli”. Interviene così la psicologa dello sviluppo Anna Oliverio Ferraris nel dibattito aperto dal progetto allo studio del ministero dell’Istruzione, per anticipare a 5 anni l’ingresso nella scuola e diplomarsi prima.
“A 5 anni – spiega l’esperta all’Adnkronos Salute – i bambini sono ancora abbastanza piccoli. Non tutti hanno ancora il coordinamento mano-occhio per poter scrivere in modo fluido. A volte si rischia di chiedere uno sforzo eccessivo”. Inoltre “molti bambini hanno ancora l’esigenza di muoversi, soprattutto i maschi”, sottolinea la psicologa. “Personalmente – aggiunge – sono contraria ad anticipare, ma se lo si volesse fare bisognerebbe rivedere la didattica e i programmi dell’intero ciclo. Tenendo presente che non conta solo l’intelligenza del bambino, ma anche la sua necessità di muoversi e fare attivamente le cose: non si può chiedere a un bimbo di 5 anni di stare fermo al banco”, e con le classi affollate delle nostre scuole la sfida per lezioni vivaci e non statiche è grande. Il tipo di didattica, infatti, “dovrebbe essere estremamente attiva”, continua l’esperta, “ma se si ha intenzione di lasciare le cose come stanno, anticipando solo l’ingresso, allora è meglio non cambiare”. Spesso, ricorda Oliverio Ferraris, in questi dibattiti sulla scuola primaria “non si considera che i piccoli apprendono anche alla scuola materna e che imparano anche in maniera informale, giocando“. E per la psicoterapeuta il modello da seguire, più che l’Inghilterra – “dove tra l’altro ci sono strategie didattiche più attive delle nostre” – è quello della Finlandia “dove si va a scuola a 7 anni e i ragazzi a 15 anni hanno migliori risultati a livello europeo, sia in campo umanistico sia scientifico”.
Pediatria, Scuola a 5 anni? La psicologa: “Meglio a 7 come in Finlandia”
E' la riflessione della psicologa dello sviluppo Anna Oliverio Ferraris nel dibattito aperto dal progetto allo studio del ministero dell’Istruzione, per anticipare di un anno l’ingresso e quindi diplomarsi prima: "I bambini sono ancora abbastanza piccoli. Non tutti hanno ancora il coordinamento mano-occhio per poter scrivere in modo fluido" osserva l'esperta
Cominciare la scuola a 5 anni come gli inglesi? “Meglio seguire l’esempio della Finlandia, dove l’età di ingresso tra i banchi è 7 anni e i risultati scolastici sono migliori. In ogni caso, per cominciare prima, l’intera didattica della scuola elementare dovrebbe essere rivista ed adeguata alle esigenze di apprendimento specifiche di alunni più piccoli”. Interviene così la psicologa dello sviluppo Anna Oliverio Ferraris nel dibattito aperto dal progetto allo studio del ministero dell’Istruzione, per anticipare a 5 anni l’ingresso nella scuola e diplomarsi prima.
“A 5 anni – spiega l’esperta all’Adnkronos Salute – i bambini sono ancora abbastanza piccoli. Non tutti hanno ancora il coordinamento mano-occhio per poter scrivere in modo fluido. A volte si rischia di chiedere uno sforzo eccessivo”. Inoltre “molti bambini hanno ancora l’esigenza di muoversi, soprattutto i maschi”, sottolinea la psicologa. “Personalmente – aggiunge – sono contraria ad anticipare, ma se lo si volesse fare bisognerebbe rivedere la didattica e i programmi dell’intero ciclo. Tenendo presente che non conta solo l’intelligenza del bambino, ma anche la sua necessità di muoversi e fare attivamente le cose: non si può chiedere a un bimbo di 5 anni di stare fermo al banco”, e con le classi affollate delle nostre scuole la sfida per lezioni vivaci e non statiche è grande. Il tipo di didattica, infatti, “dovrebbe essere estremamente attiva”, continua l’esperta, “ma se si ha intenzione di lasciare le cose come stanno, anticipando solo l’ingresso, allora è meglio non cambiare”. Spesso, ricorda Oliverio Ferraris, in questi dibattiti sulla scuola primaria “non si considera che i piccoli apprendono anche alla scuola materna e che imparano anche in maniera informale, giocando“. E per la psicoterapeuta il modello da seguire, più che l’Inghilterra – “dove tra l’altro ci sono strategie didattiche più attive delle nostre” – è quello della Finlandia “dove si va a scuola a 7 anni e i ragazzi a 15 anni hanno migliori risultati a livello europeo, sia in campo umanistico sia scientifico”.
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Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Oggi è San Giuseppe. Buon onomastico a chi porta il suo nome e auguri a tutti i papà! Una preghiera per quelli che continuano a vivere nei nostri ricordi e nel nostro cuore". Lo scrive su X il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Un augurio speciale a tutti quei papà che passano la notte insonni, cullando i propri neonati. A quelli che ogni mattina vestono i bambini con cura e li accompagnano all’asilo o a scuola. A quelli che si fanno in quattro per sostenere i propri figli e la propria famiglia. A quelli che li proteggono da lassù. A chi vive la dolcezza di una vita di coppia e a chi, con il suo amore, riesce a dare tutto anche da solo. A quelli che, ormai con i figli adulti, non smettono mai di preoccuparsi per loro. Grazie a ognuno di voi. Perché papà e mamma sono e rimarranno sempre le parole più belle del mondo. Buona Festa del papà". Lo scrive su Facebook il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Bruxelles, 19 mar. (Adnkronos) - Il riarmo dell'Unione Europea non è contro gli Usa: "ciò di cui l'industria della difesa ha bisogno ora è di contratti a lungo termine da parte degli Stati membri e noi stiamo incoraggiando i Paesi Ue a lavorare a stretto contatto e ad avere una prospettiva di lungo termine con gli investimenti". Lo dice al Corriere della Sera Henna Virkkunen, uno dei vicepresidenti esecutivi della Commissione Europea, che ha guidato la preparazione di Safe, lo strumento che mette a disposizione dei Paesi Ue 150 miliardi di euro di prestiti per la difesa.
"La politica di difesa è di competenza degli Stati membri, ma sappiamo che viviamo in un mondo molto pericoloso e la situazione della nostra sicurezza è molto allarmante - spiega Virkkunen - Il ruolo dell'Unione europea è quindi quello di occuparsi della parte finanziaria, di come sostenere il finanziamento e di come rafforzare la nostra industria della difesa e la sua competitività. E poi c'è un terzo elemento: la mobilità militare, per la quale disponiamo di fondi oggi troppo esigui, ma sappiamo che gli Stati membri ne hanno bisogno. Gli Stati membri che si trovano più a Est vedono le minacce in modo molto più drammatico rispetto a quelli che non sono così vicini al confine orientale".
"Le tecnologie Usa sono spesso le migliori al mondo in molti settori - conclude - Nella nostra strategia per l'industria della difesa, abbiamo già detto che nel 2030 dovremmo avere una base industriale tale da poter acquistare il 50% dai mercati europei. In futuro continueremo ad acquistare anche fuori dell'Ue. Questo non è contro gli Usa. Non siamo ancora arrivati a questo punto: stiamo proponendo lo strumento sicuro di prestito, la clausola nazionale di salvaguardia, la flessibilità per i fondi di coesione. Ma abbiamo promesso di esaminare anche altri strumenti e stiamo anche preparando il nuovo bilancio Ue".
Berlino, 19 mar. (Adnkronos/Afp) - Vladimir "Putin sta giocando". E' il commento della Germania dopo i nuovi attacchi russi denunciati dall'Ucraina, il giorno dopo l'accordo per una tregua limitata concluso dal presidente russo con il suo omologo americano Donald Trump durante la loro lunga telefonata di ieri.
"Abbiamo riscontrato che gli attacchi alle infrastrutture civili non sono assolutamente diminuiti durante la prima notte dopo questa telefonata apparentemente rivoluzionaria e formidabile", ha detto il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius in un'intervista televisiva.
Tel Aviv, 19 mar. (Adnkronos/afp) - Il governo israeliano ha approvato nella notte il ritorno di Itamar Ben Gvir alla carica di ministro della Sicurezza nazionale. Lo ha indicato in un comunicato stampa l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu.
"Il governo ha approvato all'unanimità la proposta del primo ministro Benjamin Netanyahu di rinominare il deputato Itamar Ben Gvir ministro della Sicurezza nazionale", si legge nel testo. Ben Gvir si è dimesso dal suo incarico il 19 gennaio, in disaccordo con la decisione di tregua con Hamas che ha definito “scandalosa”.
Sana'a, 19 mar. (Adnkronos) - Almeno 10 attacchi americani hanno colpito alcune zone dello Yemen, tra cui la provincia di Saada e Hodeidah. Lo hanno riferito i media Houthi dello Yemen. Gli Stati Uniti hanno lanciato un'ondata di attacchi nelle zone dello Yemen controllate dagli Houthi, alleati dell'Iran, che la scorsa settimana hanno dichiarato di voler riprendere gli attacchi alle navi mercantili del Mar Rosso per sostenere i palestinesi a Gaza.
Sana'a, 19 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno condotto una "operazione militare di alta qualità" contro la USS Harry S Truman. Lo ha reso noto un portavoce dell'organizzazione terroristica, secondo cui l'operazione, la quarta in 72 ore, prevedeva anche un attacco a "diverse navi da guerra nemiche" e ha sventato "un attacco aereo che si stava preparando contro il nostro Paese".