Quinta riflessione sul razzismo inviatami dal regista cinematografico Carlo Lizzani.

Il razzismo nascosto.

Le forme più pericolose di razzismo, sono quelle più occulte o latenti, pronte – come certe malattie – a manifestarsi anche in zone del pianeta che ne sembrano immuni.

E’ il caso dell’Italia, per esempio.

L’antisemitismo è stato certamente, nel nostro Paese, meno radicato che in Germania, in Polonia o in Russia.

Ma, a parte l’iscrizione nel libro nero del razzismo che ci guadagnammo per merito di Mussolini, non sarà stato il nostro, un antisemitismo occulto o solo latente grazie alla poca consistenza della comunità ebraica? (Poche decine di migliaia in confronto alle centinaia di migliaia in Francia e ai milioni nell’Europa orientale o in Russia?)

E come eravamo scandalizzati, fino a pochi anni fa, davanti al comportamento di un certo establishment americano nei confronti delle minoranze nere, messicane, latinoamericane e italiane! Come ci sentivamo superiori e civili! Adesso che tocca anche a noi convivere con gruppi sempre più consistenti di extracomunitari? A quali parametri dobbiamo riferirci per adottare comportamenti civili in senso universale (kantiano?)? Quali contromisure vogliamo adottare per evitare che il razzismo italiano diventi un caso?

Il problema è ormai planetario.

Quale può essere il nostro contributo concreto, oltre la scontata “Bonomia italiana”, oramai disoccultata nei suoi aspetti più effimeri?

Carlo Lizzani

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