E’ stata respinta la mozione, presentata dall’Idv e sottoscritta da Fli, che chiedeva al governo di “autorizzare la costituzione di parte civile dello Stato, da proporsi già nell’udienza preliminare, nel procedimento penale in corso presso il tribunale di Palermo, relativo alla trattativa Stato-mafia, in cui il Governo è parte lesa”. La mozione, ha spiegato il vicepresidente dell’Idv alla Camera, Antonio Borghesi, avrebbe rappresentato una “cartina di tornasole per fare chiarezza su uno dei momenti più bui della nostra storia”. Polemici e caustici gli interventi di Mario Tassone (Udc) e Laura Garavini (Pd), uniti nel difendere la posizione del governo Monti e nell’accusare Di Pietro di voler strumentalizzare la vicenda a fini elettorali. “Io ricordo” – dichiara Tassone – “che quando abbiamo deciso, nella commissione parlamentare antimafia, di avviare un lavoro d’indagine sulla trattativa non siamo stati sostenuti da Di Pietro, che vedeva il tutto come un attentato al lavoro dei magistrati”. E tuona contro i media: “Molte volte le propagande, e soprattutto gli articoli giornalistici e le trasmissioni televisive, non aiutano a conoscere la verità“. In perfetta sintonia è la Garavini che dichiara: “E’ evidente l’intenzione di Di Pietro di voler insinuare ad arte il dubbio che il governo non sia interessato a trovare la verità“. E, a riguardo, l’onorevole del Pd snocciola varie citazioni pronunciate dal premier Monti sulla lotta alla mafia. “La mozione di oggi pone un problema che non c’è” – rincara la Garavini, esaltando la posizione del proprio partito – “abbiamo dato il segnale più forte che il Parlamento in questa materia possa dare. E senza il sostegno dell’on. Di Pietro, che era contrario a che ci occupassimo politicamente di questo buio capitolo delle stragi”. E aggiunge: “Questa mozione serve solo a spingere sull’acceleratore mediatico. E’ l’ennesima sceneggiata simbolica e strumentale, è puramente demagogica. Dà un contributo che è pari a zero. Serve a fare fumo e non serve a produrre arrosto“. Di diverso avviso è invece Di Biagio, che, a nome di Fli, sostiene “la necessità morale e politica della costituzione di parte civile da parte del governo e del Presidente Monti nel processo sulla trattativa Stato-mafia”
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