La "style coach" più famosa d’Italia è la conduttrice - questa volta senza Enzo Miccio - di 'Guardaroba perfetto', un format in cui senza l’ausilio di costose griffe, ripescherà dagli armadi delle protagoniste femminili indumenti mai indossati dando loro un nuovo glamour
Capelli biondo platino, occhiali da vista, rossetto cremisi e gonna ampia in puro stile anni Cinquanta, così si presenta agli spettatori di Real Time la style coach più famosa d’Italia: Carla Gozzi. Volto noto al grande pubblico grazie al programma televisivo: ‘Ma come ti vesti!’ in coppia con Enzo Miccio, la sua carriera vanta collaborazioni eccellenti: Ermanno Scervino, Yohii Yamamoto, Mila Schon, Calvin Klein e molti altri grandi nomi. Dal 2009 diviene ‘fashion blogger’ creando un sito dedicato allo stile e alla moda e dal 2010 erudisce le donne con corsi su come vestirsi. Stavolta sarà sola nella conduzione del nuovo programma: ‘Guardaroba Perfetto’ in onda dal 17 settembre su Real Time (dal lunedì al venerdì alle 15). In ogni puntata Carla, come una novella Mary Poppins della moda, senza l’ausilio di costose griffe, ripescherà dagli armadi delle protagoniste femminili indumenti mai indossati dando loro un nuovo glamour.
Dopo i successi in coppia con Enzo Miccio in ‘Ma come ti vesti’ e poi ‘Shopping night’, da ieri un programma tutto da sola. Che effetto fa?
È un debutto in assolo importante dal punto di vista televisivo. Professionalmente,” Guardaroba perfetto” non è altro che uno dei miei tanti progetti di consulenza alle donne che chiedono il mio aiuto di style coach.
In ‘Guardaroba perfetto’ aiuterà le donne a vestirsi, ma soprattutto a scegliere e ad abbinare indumenti che già possiedono e, spesso, restano nell’armadio. È importante saper osare?
È importante conoscersi e cercare il proprio stile per uscire dagli schemi. La libertà di esprimersi anche dal punto di vista dell’immagine è fondamentale. Altrimenti si rischia di essere tutti omologati e noiosi.
Carla, come nasce la sua passione per la moda e come diventa una professione?
Durante il collegio. Tutto mi sembrava così grigio e noioso che ho pensato: “Da grande farò un lavoro creativo”.
Come descriverebbe il ‘cattivo gusto’?
Come l’eccesso fine a se stesso. Senza armonia e senza un disegno.
Ci dà le sue definizioni sintetiche di moda, stile e bellezza.
“Moda”: domani dovrai già fare shopping perché quello che indossi non ti piacerà più; “stile”: indossare abiti e accessori che avevamo già nel guardaroba e sentirsi naturali e moderni; “bellezza”: oggi è unicità e imperfezione.
È di questi giorni il clamore suscitato dalle foto “rubate” della futura regina, Kate Middleton, in topless. Che idea si è fatta a riguardo?
Kate è una ragazza di oggi e l’ha dimostrato più volte indossando capi di catene low cost, andando in vacanza in località “normali”. Non capisco dove sia lo scandalo.
La moda viene considerata elitaria, non accessibile a tutti. Può essere anche democratica?
Direi che ormai la moda è democratica. Con l’avvento dei grandi gruppi di distribuzione è accessibile a tutti. Ovviamente la couture no, ma prima o poi qualcuno inventerà la couture low cost.
Spesso alcuni accessori e griffe vengono considerati veri e propri status symbol. Lei cosa ne pensa?
È vero. Alcuni accessori cool sono considerati appartenenti “agli addetti ai lavori”. Ecco perché i veri addetti ai lavori non li indossano.
Da un po’ di tempo sono tornate in voga le forme morbide, le cosiddette “curvy”. Le misure sono fondamentali nella moda e nella vita?
È fondamentale conoscersi e valorizzarsi per come siamo, senza nasconderci né camuffarci.
È la moda che imita la vita o è la vita che prende spunto dalle passerelle?
La moda ci aiuta a sognare, perché mostra i sogni che tutte noi o quasi vorremmo vivere.