“Con Bersani in mare aperto”. Così si schiera apertamente con un post sul suo blog, Matteo Lepore, l’assessore all’innovazione, al marketing urbano e alla semplificazione amministrativa della giunta Merola.
Ex vicepresidente del quartiere Savena (2004-2009), giovanissimo funzionario in Legacoop dal 2008 al 2011, Lepore fa endorsement rispetto al segretario democratico in evidente ambasce nelle primarie che lo vedranno di fronte all’arrembante Matteo Renzi. E non pago di una posizione politica ai più già conosciuta, trascina con sé gli altrettanto giovani assessori del comune di Bologna, Andrea Colombo (mobilità e trasporti), Marilena Pillati (scuola), e Luca Rizzo Nervo (sport e sanità), ponendo la loro firma in fondo al post con echi alla Melville.
Classe 1980 Lepore, ’84 Colombo, ’64 Pillati, ’78 Rizzo Nervo. Insomma, la meglio gioventù del Pd bolognese che avanza lodando il sistema delle primarie (“non devono fare paura a nessuno”); inanellando complimenti a Mario Monti con l’auspicio che si prosegua sulla sua strada in materia economica (“crediamo vada ripreso e accelerato quell’importante programma di liberalizzazioni che è stato avviato da Bersani nel governo di centrosinistra”) fino ad un aut aut diretto al segretario: “Ma il nostro sostegno è pieno zeppo di richieste”.
Rinnovamento della classe dirigente e idee che siano vicine ai problemi delle persone, i primi due punti sostanziali delle cosiddette richieste dei quattro bersaniani. Che però si fondono in una più articolata proposta di futuro “rivoluzionario” per l’intero Pd che sembra essere uscito più dal camper di Renzi che dall’attuale segreteria democratica: “Noi democratici dobbiamo avere un’ambizione grande, dobbiamo batterci per una rivoluzione di generazioni, generi e genti capace di ridare cittadinanza, speranza ed entusiasmo ai tanti che oggi “no, la politica, no, son tutti uguali” – continua – “una rivoluzione concreta e reale, capace di regalare a questo Paese nuovi protagonisti e soprattutto tante nuove protagoniste”.
Un post che si chiude, infine, con un auspicio temerario: “è ora di navigare in mare aperto, battenti la bandiera del Partito Democratico”.