È stato Beppe Grillo a mettere una pezza sulle polemiche: “La scelta dei candidati sarà online”. Chi si aspettava l’espulsione di Giovanni Favia, il dissidente del fuori onda, è rimasto deluso. O forse dovrà attendere, questo non lo sappiamo. Sicuramente quello che Favia chiedeva e per questo accusava Gianroberto Casaleggio, si farà. I candidati non saranno calati dall’alto, ma scelti dalla rete. Alla Casaleggio associati, esecutori materiali della piattaforma, sono già al lavoro.

L’annuncio ha creato qualche problema anche al popolo del Pd, dove Grillo e Casaleggio venivano cotti alla brace insieme alle salsicce. Dove? Bastava seguire via Stalingrado, che è rimasta solo a Bologna. Poi sulla destra, al Parco Nord, la sede della festa dell’Unità, quella che ha cambiato nome, ma non il modo di essere chiamata. Qui avreste ascoltato parole come “demagogia, populismo, qualunquismo”. Paternalismo, anche. O irresponsabilità. Perfino il “procedere per immagini”. Parole e un nemico solo, da apostrofare: Giuseppe Piero Grillo, noto come Beppe Grillo. E il Movimento 5 stelle.

Zittiti  i detrattori, Grillo e Casaleggio si trovano davanti a un problema di non poco conto: come selezionare le candidature. Se è vero che il popolo di Grillo invoca il candore, è altrettanto certo che nessuno disdegnerebbe un posto in parlamento. Anche a stipendio ridotto, ovvio. Per tutto il pomeriggio di ieri, è stata un volteggiare di commenti da parte di militanti o aspiranti tali. C’è chi vuole solo votare e chi invece chiede, appunto, come candidarsi con la procedura online. In molti chiedono banalissime delucidazioni pratiche, come la richiesta di una foto da allegare al curriculum. Chi candida se stesso, la figlia, lo zio, il nipote.

Sentite Marilena: “Onesta fino in fondo, vi do fiducia, mi renderò attiva per il movimento, con grande speranza, spero di convincere mia figlia di 21 anni, che è molto scettica sulla politica in generale, non tra-diteci”. Simone si augura che le settimane difficili segnate dal caso Favia siano passate e si chiede “se i giornali e le tv, dopo i quintali di fango, adesso riprenderanno la notizia delle votazioni online”. Marco Bellini propone già una carta etica per i candidati: “L’impegno scritto, nel caso venissero eletti, a restituire tutto quello che eccede i 3 mila euro lordi tutto compreso”. E fioccano già le prime candidature: “Voglio candidarmi! La fotocopia del documento ce l’avete dal 2009! Votatemi, votatemi”, scrive Reveng che poi tratteggia il suo curriculum: “Sono disoccupato quindi garantisco tempo pieno e massimo impegno!”

In tanti, poi, segnalano i problemi logistici dell’operazione sul web: “Avviso allo staff: datevi una mossa. Mettete un programmino che permetta di votare con una smart card personale. Costano poco”, segnala Roby F. di Livorno. “C’è un modo veloce per testare se si è certificati o meno? Inviare un commento certificato equivale ad essere certificati come utenti?” chiede Joe da Matera.

C’è chi già fa articolate proposte su temi come il fisco e la giustizia, chi invece esalta le candidature da vagliare online come sublimazione della democrazie diretta: “Grandioso! È arrivato il momento di iniziare a rendere disponibili tutti gli strumenti necessari per concretizzare la democrazia dal basso”. E chi mette allerta dagli approfittatori: “Nei partiti succede che si fanno le tessere con tanto di carta di identità a parenti e amici. Cosa ci garantisce che ciò non possa succedere nella votazione online facendo iscrivere al movimento parenti ed amici ed altro ?”, chiede Tony Rizzo da Firenze.

E per concludere: “Favia e Tavolazzi l’avete mandata la carta di identità? Fatelo sennò poi magari vi lamentate che non riuscite a votare”. Infine un arrivederci particolare ripreso dagli ultimi comunicati di Grillo: “Ci vediamo in parlamento”.

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