Per fine 2012 è atteso un buco di almeno duecento milioni di euro. Contributo alle perdite dalla raccolta pubblicitaria che al 30 giugno era in calo di 72 milioni di euro sull'anno prima, ma anche dall'aumento del costo del lavoro
Centoventinove milioni di euro. A tanto ammontano le perdite accumulate dalla Rai nel primo semestre del 2012. Il dato annunciato da viale Mazzini è in peggioramento di circa 178 milioni rispetto al 2011. A creare il rosso che per fine anno dovrebbe arrivare ad almeno 200 milioni, ha contribuito il cattivo andamento della raccolta pubblicitaria, fronte su cui la televisione di Stato nella prima metà dell’anno ha registrato un calo di 72 milioni di euro sul 2011 attestandosi a 435 milioni di euro, mentre il fatturato complessivo del gruppo è arretrato di 110 milioni fermandosi a quota 1,433 miliardi.
“Il perdurare della difficile situazione del mercato pubblicitario – sostiene una nota – fa prevedere un secondo semestre anch’esso in perdita anche se di entità minore rispetto al primo”. La tv di Stato, tuttavia, rivendica di aver mantenuto “la sua posizione di centralità e di leadership del mercato radiotelevisivo italiano fornendo un servizio sempre più articolato e finalizzato a soddisfare le crescenti esigenze di una platea televisiva progressivamente più segmentata”, nonostante il contesto di mercato “sempre più competitivo”
Affermazione che viale Mazzini supporta con dati che parlano di “leadership del mercato televisivo sia in prime time (41,7% di share) sia nell’intera giornata (40,3% di share)”. La nota, poi evidenzia l’andamento dellla semifinale degli Europei 2012 tra Italia e Germania che ha avuto 23,2 milioni di ascoltatori, l’80% circa di share e il Festival di Sanremo con 11.122.000 ascoltatori medi (circa il 48% di share). Entrambi eventi di cui però la Rai aveva l’esclusiva.
“Il deterioramento del quadro macroeconomico, il conseguente calo degli investimenti pubblicitari e i costi dei diritti dei grandi eventi sportivi (tipicamente elevati nei cosiddetti anni pari) hanno impattato negativamente sui risultati economici e finanziari del gruppo”, si argomenta poi a tal proposito. E l’andamento dei ricavi pubblicitari insieme al “costo dei diritti dei Campionati Europei di calcio, pari a 101,5 milioni di euro, hanno di fatto determinato il peggioramento del risultato netto rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente”.
La società evidenzia inoltre, “una diminuzione degli altri ricavi per 59 milioni di euro (da attribuire principalmente ai ricavi commerciali) che è stata parzialmente compensata con una riduzione dei costi per beni e servizi esterni”. Tra le voci in salita, il “costo del lavoro”, cioè gli stipendi, che sono saliti di 2,5 milioni di euro “nonostante gli effetti delle politiche di incentivazione agli esodi agevolati attuate negli esercizi precedenti e il sostanziale blocco delle politiche retributive”.
La forza lavoro della Rai al 30 giugno 2012 era di 11.569 dipendenti a cui si aggiungono 1.660 risorse a tempo determinato. Mentre i debiti complessivi della società erano di 168 milioni di euro.