Mi ci è voluto un po’ di tempo prima di scrivere le mie impressioni del rientro estivo in Italia, complice il carico di lavoro al rientro a Bruxelles. Nel frattempo altri hanno già scritto in buona sostanza quello che volevo scrivere io e cercherò di non ripetere.

Gli stereotipi positivi li conoscete: clima mite, ottimo cibo, dolce vita, gente rilassata che ama vivere bene. Tutto vero, se arrivate da oltralpe. Non posso spiegarvi quanto mi mancano, già dopo pochi giorni, questi aspetti del Belpaese.

Un turista straniero sarebbe riconfortato dal veder confermati tutti questi pregiudizi, ma non sarebbe deluso nemmeno su altri meno positivi. L’aeroporto di Genova non è un bel biglietto da visita. Piccolo, sporco, affollato, con segnalazioni in un inglese improbabile (e vergognoso) nonostante il suo aggettivo “internazionale”.

Aprendo i giornali il turista straniero sarebbe – se conoscesse l’italiano – stupito dalla bassa qualità dell’informazione, e magari anche – se conoscesse bene l’italiano – dall’alto numero di errori di ortografia da scuola elementare. E se accendesse la televisione… beh, no comment.

Al tempo stesso, recandosi nelle località di villeggiatura, il turista sarebbe, come me, stupito dall’Italia. Stupito perché si aspetterebbe di vedere i segni della crisi che morde e troverebbe invece agio, belle macchine, bagni affollatissimi a prezzi impagabili, barche di tutte le taglie in ogni porticciolo, belle ville e villette arroccate sulle colline.  Non parlo, attenzione, di Montecarlo o Portofino. Parlo di paesini “popolari” di turismo di famiglia, i papà dal venerdì sera alla domenica, le mamme e i nonni con i bimbi tutta l’estate.

Allora come spiegare al turista questo benessere inaspettato?

Ho letto e sentito spiegazioni plausibili. Questo tipo di destinazioni registrerebbe un aumento delle presenze proprio a causa della crisi: non si va più in vacanza all’estero, in destinazioni esotiche, ma si “risparmia” villeggiando nella seconda casa al mare. Oppure non si investe più in seconde case e si preferisce spendere il poco che si ha in villeggiatura con i figli. Come dire: crisi si, ma è tutto relativo e molti concittadini sono, per loro fortuna, seduti su un patrimonio che permette loro un atterraggio più o meno morbido.

Certo, esistono anche realtà meno fortunate veramente annientate dalla crisi; ma quelle non si vedono, penso, al mare in estate.

Quella che si vede è una via di mezzo tra fiction e realtà, una sorta di bolla che rifiuta (per ora con successo) di essere raggiunta dalla realtà delle statistiche. Il loro simbolo: la bandiera nera sventolante sui bagni a concessione, con stampato il “no” della Liguria alla liberalizzazione dei servizi. Liberalizzazione che, per sfortuna loro, è stata decisa anni fa. Ma si sa, in Italia l’attuazione riserva molti margini di manovra. E la realtà della concorrenza leale, quella, proprio non vogliamo che ci raggiunga.

Disclaimer: Come riportato nella bio, il contenuto di questo e degli altri articoli del mio blog è frutto di opinioni personali e non impegna in alcun modo la Commissione europea.

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