Nella giornata di ieri ho affrontato un processo penale. L’accusa era infamante, ovvero l’avere ritardato i pagamenti di Irpef legati a dipendenti e consulenti in qualità di legale rappresentante dell’associazione Saman. Il problema, in termini giuridici, verteva sull’interpretazione che si poteva dare alla mia omissione dal momento che, ad accusa e difesa, era chiaro che questa omissione era dovuta al fatto che l’associazione vantava, nei confronti dello Stato, somme ingenti senza le quali appariva impossibile pagare con regolarità lo stesso Stato.
Una storia nota; lo stato ti chiede di essere in regola ma non si preoccupa, lui, di esserlo. Mi hanno assolto per non avere commesso il fatto; evidentemente il giudice ha ravvisato che l’elemento psicologico (piena consapevolezza di commettere un reato e determinazione nel commetterlo) era carente sotto il profilo della possibilità reale nella decisione.
Nei giorni scorsi, per il medesimo reato, è stato condannato un collega che lavora, anche lui, nel sociale. Questione di fortuna, mi viene da dire, o di avvocati più bravi o di magistrati più o meno attenti. La fattispecie penale contestata era identica, la situazione soggettiva anche come pure il contesto che fa da sfondo a queste storie.
Io sono meglio di lui? Evidentemente no, ma nella demagogia imperante oggi, la fedina penale immacolata diventa un discrimine, una macchia nera che fa la differenza.
Lungi da me difendere gli onorevoli condannati ma non posso rilevare che vi è una vistosissima differenza tra una condanna per truffa ai danni della Pubblica amministrazione e una condanna per lesioni colpose. Come vi è macroscopica differenza tra una condanna per diffamazione a mezzo stampa e una per corruzione.
Trovo giusto tutelarsi dai predatori che scendono in politica: lo troverei ancor più giusto se seguissimo un ordine in merito all’effettivo spessore criminale e non ad un vincolo burocratico costruito sulla discriminante generica della incensuratezza. Credo che una base di partenza sia rappresentata da tutti i reati contro la Pubblica amministrazione commessi negli ultimi 10 anni.
Mi sembra una mediazione di senso posto che, costruire una nuova classe dirigente è sforzo faticoso e magari, tra i pregiudicati per reati bagatellari vi sono persone che potrebbero dare molto al nostro paese.