La Confartigianato di Udine è uscita da qualche mese con la campagna «Mettetevi nei nostri panni». Spiega il bodycopy: «Gli artigiani hanno bisogno delle banche. Anche le banche hanno bisogno degli artigiani. Cambiando il punto di vista si migliorano i rapporti e si facilita il credito.» Il messaggio è semplice: il mondo delle banche e della finanza, rappresentato dallo smilzo bancario in camicia, si trova d’incanto nella posizione in cui si sentono gli artigiani quando vanno a chiedere un credito che non ottengono o ottengono a condizioni esose: in ginocchio. Viceversa, il mondo degli artigiani, rappresentato dal robusto signore con camicia a quadri e cassetta degli attrezzi, si ritrova dall’altra parte del banco con la faccia di uno che non aspettava altro per vendicarsi.
Dice la Confartigianato di Udine sul suo sito: «Il problema è reale: in provincia di Udine negli ultimi sei mesi la stretta creditizia per le micro-imprese artigiane – quelle mono-addetto o fino a 9 dipendenti – è stata pari a 3,9 punti percentuali, un valore quasi doppio rispetto alla media nazionale (-2,1%). […] L’intento è quello di tradurre il grido d’aiuto che il mondo artigiano lancia a quello bancario in un messaggio positivo: cambiamo il punto di vista per migliorare il rapporto!»
Capisco le intenzioni: mettersi nei panni di un altro è la mossa fondamentale che bisogna fare per cercare di comprenderne il punto di vista. Ma se c’è conflitto (di interessi, esigenze, linguaggi, valori) non è rappresentando la semplice inversione di ruoli che si dà un messaggio positivo, perché il conflitto resta. Tanto è vero che immaginiamo benissimo quanto possa godere, l’artigiano baffuto, nel vessare – finalmente! – il bancario in ginocchio.
Inoltre, il manifesto non è certo credibile come appello alle banche: il mondo finanziario non è fatto di impiegati allo sportello, né l’inversione di ruoli fra bancari e artigiani potrà mai sciogliere la complessità delle regole che lo governano.
Insomma, cosa fa in realtà la Confartigianato di Udine con la campagna? Si rivolge agli artigiani per dire: «State con noi (o associatevi a noi) perché vi siamo talmente vicini da leggere i vostri più intimi desideri, incluso quello di vendicarvi della banca che vi ha maltrattati». In questo senso il manifesto è astuto, e può piacere anche a chi artigiano non è.