La recessione quest’anno sarà ancora più dura del previsto: Pil a -2,4 per cento anziché -1,2 per cento. Sono dati del Governo contenuti nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza. Alle viste, dunque, nuovi tagli di spesa e sacrifici. Proprio nel momento in cui emergono scandali politici e utilizzo di denaro pubblico per fini privati consumati con arrogante senso di impunità. Abbiamo per fortuna un Governo tecnico. Giusto che non deleghi ai politici il compito di autoregolamentarsi, ma li costringa a essere trasparenti. E chi riceve retribuzioni pubbliche -al di sopra della soglia massima consentita- deve mettersi al più presto in regola con le disposizioni introdotte nel 2011. Una tabella con chi percepisce dallo stato compensi superiori a 294 mila euro.
Lavoce.info, 21/09/2012 – Redazione
Il Governo ha giustamente rivisto al ribasso le stime di crescita per il 2012 e 2013 e al rialzo quelle sul deficit pubblico e sul debito. La recessione quest’anno sarà due volte più dura del previsto (il calo del Pil sarà del 2,4 per cento anziché dell’1,2 per cento) e ciò farà aumentare il deficit pubblico nel 2012 di quasi un punto di Pil (da 1,7 a 2,6 per cento). Il Governo ha escluso di voler ricorrere ad una manovra bis, ma è certo che in questo modo l’obiettivo del bilancio in pareggio nel 2013 si allontana ulteriormente e soldi per misure espansive proprio non ce ne sono. Ci vorranno nuovi tagli alla spesa pubblica se si vuole impedire l’aumento dell’Iva o detassare il lavoro per stimolare la crescita. Ci saranno purtroppo ancora scelte dolorose da fare. Anche le parti sociali si stanno accordando su revisioni del modello contrattuale che porteranno in non pochi casi ad una perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni.
I sacrifici cui sono stati e saranno ancora chiamati gli italiani non sono tollerabili quando nel sottofondo c’è uno spettacolo di politici corrotti che impunemente utilizzano denaro pubblico per fini privati. Lo scandalo della Regione Lazio, corredato di festini buzzurri e vacanze di lusso pagate dai contribuenti, rischia di essere la classica goccia che fa traboccare il vaso. Lo scollamento tra la classe politica e il paese ha superato i livelli di guardia per una democrazia. Abbiamo per fortuna un Governo tecnico. Giusto che non deleghi ai politici il compito di autoregolamentarsi, ma li costringa a essere trasparenti. Bene che imponga con un decreto, dei tetti alle spese non solo del Parlamento, come abbiamo già proposto su questo sito, ma anche dei Consigli regionali. I Consigli che vorranno utilizzare la loro autonomia impositiva per superare questi limiti, dovranno alzare le tasse locali rivelando cosi apertamente le loro intenzioni agli elettori.
Bisogna anche chiedere a chi riceve retribuzioni pubbliche -al di sopra della soglia massima consentita- di mettersi al più presto in regola con le disposizioni introdotte nel 2011. Pena una tassazione al 100 per cento dei redditi eccedenti tale soglia. Ne pubblichiamo l’elenco. Bene anche chiedersi che senso abbia uniformare il tetto ai consiglieri della corte di Cassazione e perché questi debbano essere pagati così tanto.