Il 15 Settembre del 1993, il giorno del suo 56° compleanno, veniva ucciso a Palermo il prete della Parrocchia e fondatore del Centro di Accoglienza Padre Nostro del quartiere Brancaccio, Padre Pino Puglisi.

Il 28 Giugno di quest’anno, il Santo Padre, Benedetto XVI, ricevendo in udienza il Cardinale Angelo Amato S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha autorizzato la congregazione a promulgare il decreto riguardante il martirio del Servo di Dio, Giuseppe Puglisi.

Diciannove anni fa Dio ha fatto nascere nella schiera dei suoi sacerdoti un altro esempio di fedeltà al Vangelo del Cristo Risorto.

Il 17 Settembre del 1993, giorno del suo funerale, durante l’Angelus recitato al santuario dell’Averna, Papa Giovanni Paolo II, con queste parole lo ha ricordato: «In questo luogo di pace e di preghiera non posso non esprimere il dolore con il quale ho appreso ieri mattina la notizia dell’uccisione di un sacerdote di Palermo, don Giuseppe Puglisi. Elevo la mia voce per deplorare che un sacerdote impegnato nell’annunciare il Vangelo e nell’aiutare i fratelli a vivere onestamente, ad amare Dio ed il prossimo, sia stato barbaramente eliminato. Mentre imploro da Dio il premio eterno per questo generoso ministro di Cristo, invito i responsabili di questo delitto a ravvedersi e a convertirsi. Che il sangue innocente di questo sacerdote porti pace nella cara Sicilia. Auspico altresì di cuore che il messaggio che ci viene da San Francesco aiuti tutti a tornare a Dio ed a vivere coerentemente nell’onestà, nel rispetto della vita, nella fratellanza e nella pace».

Quest’anno il Centro da lui fondato e la parrocchia di Brancaccio lo hanno voluto ricordare con diverse iniziative, ma una più di tutte ha lasciato il segno nelle persone che vi hanno partecipato, la Veglia di preghiera “Mendicanti di Luce” celebrata da Don Luigi Verdi della Comunità Fraternità di Romena – Pratovecchio (AR). Gigi, lo chiamano quanti lo conoscono, così lui si fa chiamare, ci ha guidati nella preghiera attraverso le sue riflessioni sulla vita di Padre Pino Puglisi. Gigi non ha mai incontrato il parroco di Brancaccio, ma dalle parole che ci ha rivolto abbiamo compreso che l’aveva incontrato nella stessa fede nel Signore.

Parole colme, gesti pieni di significato, canti che partivano dal cuore, silenzi che ci hanno interrogato, immagini di una comunità orante come mai vista, tutto si elevava da quel suolo dove cadde ucciso per mano mafiosa quel piccolo prete di borgata, tanto umile e disarmato che fece paura alla mafia.

Puglisi se ne è andato così come era vissuto, in silenzio operoso, umilmente, radiante d’amore e di fede nel Risorto che gli fecero dire al suo assassino con un sorriso: “me lo aspettavo…”.

3P, così lo chiamavano i suoi volontari, ancora una volta ci fa da guida e non per sua volontà ma per volere di Dio e della Chiesa. Oggi universalmente per tutti i credenti del mondo egli è il “Testimone Credibile”, per tutti i non credenti è un uomo di “Parola” perché non si è tirato indietro davanti al pericolo, mantenendo l’impegno che aveva preso con gli abitanti del quartiere, con chi frequentava il Centro Sociale di Accoglienza Padre Nostro.

Si faceva carico dei problemi della povera gente: “Il chicco di grano è morto per dare tanti buoni frutti”. Il suo Centro Padre Nostro da 19 anni è vicino alla gente che soffre, non solo di Brancaccio.

Sin dall’inizio profeticamente ha portato 3P fuori dai confini di Brancaccio, lo ha fatto conoscere dentro e fuori la città di Palermo, ne ha tenuta viva la memoria realizzandone i sogni: La scuola, un centro polivalente sportivo, una palestra, una biblioteca, l’auditorium, un centro aggregativo per anziani, una casa rifugio per mamme e bambini vittime di abusi e maltrattamenti, aiutando le famiglie dei detenuti e i detenuti stessi… rimanendo ancorati ai suoi insegnamenti e vivendo a Brancaccio.

La Fondazione Giovanni Paolo II il 16.09.2012 ha incontrato la comunità di Brancaccio attraverso il suo Presidente, Mons. Luciano Giovannetti, che durante l’omelia della celebrazione eucaristica ci ha sollecitati all’azione comune nella diversità di ruoli e carismi.

Ci ha esortati a vivere questo tempo che ci separa dalla data di Beatificazione (25 Maggio 2013) come un tempo di grazia, dove ognuno deve interrogarsi sul proprio impegno nella sua memoria. “…Da soli, non saremo noi a trasformare il quartiere. noi vogliamo rimboccarci le maniche e costruire qualcosa, e se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto…” ( Padre Pino Puglisi) 

 

 

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