“Ai miei danni c’è stata una congiura, mi hanno fatto fuori perchè controllavo le spese folli in Regione”. E’ questa la strategia difensiva che Franco Fiorito, l’ex vice capogruppo del Pdl laziale, attualmente indagato per peculato, ha adottato nella sua ospitata televisiva a “Porta a Porta”, su RaiUno. “Una settimana prima che mi sfiduciassero” – dichiara il politico – “ho scritto una lettera ai consiglieri e sono stato mandato via perchè volevo controllare i conti, la situazione era insostenibile”. Secondo l’esponente del Pdl, la sua vicenda è completamente diversa da quella riguardante Lusi e Belsito e attacca duramente l’accanimento mediatico di giornali e tv: “Abbiamo gestito una mole ingente di denaro, ma l’abbiamo fatto in completa regolarità in quanto previsto dalla legge. Le cifre che si leggono non sono reali,” – continua – “le cose che ho letto sui giornali attengono alla fantascienza. L’opinione pubblica con me non è stata severa, ma spietata”. Il politico smentisce le agenzie, secondo le quali avrebbe attribuito determinate responsabilità a Renata Polverini: “Di queste cose con Polverini non ne ho mai parlato e non credo che lei sapesse. Il presidente del consiglio regionale sono certo che sappia, ma la presidente della Regione non lo so”. Fiorito asserisce che la cifra da lui intascata durante la sua attività in consiglio regionale è ben più bassa di quella che ha percepito: “Battistoni ha riferito che ho preso 750mila euro, ma non è vero. Ho incassato 500-600mila euro, tutti rendicontati, ma la dotazione prevista sarebbe stata comunque di circa 900mila in tre anni“. L’ex vice capogruppo, nel corso dell’intervista, non si astiene dal lanciare stoccate a Vespa. “Non faccia questo gesto” – dice rivolgendosi al conduttore, mentre spiega la vicenda – “perchè io ho preso quei soldi secondo la legge, ma non ho messo niente in tasca”. E ancora: “Dottor Vespa, certo che se lei che è il migliore giornalista italiano non ha chiara la situazione…”. Ma ben più vivace è lo scontro dialettico che Fiorito ha con Franco Bechis, vicedirettore di Libero, riguardo ai sette assegni a vuoto che sono andati tutti protestati il 3 settembre scorso. Il politico si difende pervicacemente e accusa Battistoni: “E’ una persona bieca e in malafede. Io sono stato indagato” – prosegue – “perché il mio successore è andato in banca ed ha scoperto bonifici all’estero e ha chiesto all’istituto di segnalare questi movimenti. Parte tutto da qui, da questa piccola vendetta politica”. E aggiunge: “Non c’è stata una voce a spiegare che quelle spese se pur esagerate erano previste dalla legge”

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