Dalle carte della Procura emergono note spese incontri di partito in cui lo stesso politico era moderatore. In un caso in particolare sarebbe stata noleggiata una sala, ma il convegno non è mai avvenuto
Dalle carte dell’inchiesta della procura di Bologna, che vede Paolo Nanni, consigliere provinciale Idv, indagato per peculato, sono emersi alcuni dettagli sui finanziamenti pubblici ricevuti dalla Regione Emilia Romagna dal 2005 al 2010, periodo in cui Nanni era l’unico consigliere regionale in Emilia Romagna del partito di Di Pietro. Si tratta di quattro note spese emesse la stessa sera in quattro diversi ristoranti della città e di un incontro di partito in una sala noleggiata che però non è mai avvenuto.
Ora il pubblico ministero Antonella Scandellari, titolare del fascicolo, verificherà queste ed altre circostanze con l’aiuto della guardia di finanza. Nanni risulta iscritto sul registro degli indagati dopo la denuncia dell’avvocato Domenico Morace, ex coordinatore bolognese dell’Italia dei Valori, che accusava il partito di Di Pietro di aver gestito in modo anomalo i fondi ricevuti dalla Regione Emilia Romagna dal 2005 al 2010.
Un’inchiesta, quella dei pm di piazza Trento Trieste, che ha già portato all’acquisizione di documentazione negli uffici regionali, oltre ad aver preso atto dei documenti presentati da Morace. Tra questi documenti risultano, infatti, quattro note spese per cene in locali cittadini nello stesso giorno e nella stessa ora, con più persone presenti. La procura dovrà ora verificare per valutare se quelle cene erano legate ad attività di partito.
Risultano inoltre da note spese incontri di partito in cui Nanni era moderatore. In un caso in particolare sarebbe stata noleggiata una sala, ma il convegno non è mai avvenuto. Gli accertamenti, infatti, hanno confermato questa circostanza ed inoltre gli invitati all’incontro hanno negato la loro partecipazione.
L’obiettivo degli inquirenti è ora quello di capire se i partiti hanno sottratto i fondi pubblici alla loro destinazione d’uso.
L’accusa contenuta nella denuncia dell’ex coordinatore Morace, presentata lo scorso maggio, parla di una grossa somma di denaro: 450 mila euro, che Paolo Nanni, allora capogruppo e unico consigliere regionale Idv, avrebbe speso in modo non troppo trasparente.
Questa è l’accusa di Morace, che parla di due flussi di soldi. Uno sarebbe relativo alle spese del personale, che – dice Morace – sarebbe stato usato da Nanni per assumere la figlia in Regione. Il secondo, ben più consistente, relativo invece alle spese di natura politica. Morace dichiara di non aver mai visto quei soldi, e di aver segnalato la particolare vicenda a Silvana Mura. Dichiarazione quest’ultima che ha portato la Mura a querelare Morace, a cui è seguita una contro querela.
“Finalmente potrà essere fatta piena luce”, ha spiegato la Mura, “Voglio ricordare che si tratta di una storia nella quale l’Idv, che mi onoro di rappresentare, è comunque parte lesa”. E in merito ai viaggi di Nanni a Santa Margherita Ligure ha aggiunto: “Morace attacca il partito da molto tempo e tante sue affermazioni sono vecchie. Di questa nello specifico non so nulla e se qualcosa ne avessi saputo sarei stata la prima a rivolgermi alla magistratura”.
Il procuratore aggiunto Valter Giovannini, coordinatore del pool pubblica amministrazione, alla domanda dei giornalisti su un’eventuale aumento delle denunce anonime in merito agli sprechi in politica, ha dichiarato che “arrivano sempre anonimi, non sono utilizzabili per legge nel processo, ma se dettagliati possono rappresentare uno spunto per le indagini”.
Nanni, intanto, si era già autosospeso dal suo ruolo di consigliere provinciale Idv, entrando nel gruppo misto, dopo la comparsa del suo nome fra quelli finiti nelle carte dell’inchiesta sui pass per invalidi della procura di Bologna, condotta proprio dal pm Giovannini; non era comunque indagato, perchè il caso era un presunto utilizzo indebito di permesso H, e si tratterebbe quindi di una violazione amministrativa. Le targhe del politico e di alcuni suoi stretti familiari sarebbero cioè state agganciate a un tagliando di un disabile, che però era morto da circa due anni, periodo durante il quale Nanni non restituì il pass e non comunicò al Comune di Bologna la morte del parente.