Dopo una sfilza di gaffe ed errori che lo stanno facendo sprofondare nei sondaggi Mitt Romney, lo sfidante repubblicano alla Casa Bianca di Barack Obama, pubblica la sua dichiarazione dei redditi. Dopo mesi di polemiche il businessman ha deciso di mostrare il suo “730” per il 2011. Per quell’anno ha pagato il 14,1% di tasse. A riferire i dati sono stati i responsabili della sua campagna elettorale in un momento in cui tutti i sondaggi appunto, premiano l’attuale presidente Usa.
In termini assoluti il candidato ha versato nelle casse dello Stato americano 1.936 milioni di dollari su un reddito accumulato di 13.697 milioni di dollari. Negli ultimi 20 anni – spiegano ancora dallo staff repubblicano – Romney ha pagato per quel che riguarda le tasse federali un’aliquota media del 20,2%. L’aliquota più bassa che è stata applicata ai suoi redditi in questo arco di tempo è stata del 13,66%. Romney risponde così ai democratici che da mesi gli chiedono più trasparenza sulla sue dichiarazioni dei redditi, avanzando anche il sospetto che il miliardario ex governatore del Massachusetts, che ha conti anche all’estero, possa evadere parte delle tasse indirizzando una quota delle sue ricchezze in paradisi fiscali. Finora Romney aveva diffuso solo la sua dichiarazione dei redditi per il 2010. Molti hanno ricordato che suo padre George mostrò le cartelle delle tasse dei 12 anni precedenti quando tentò invano di ottenere la nomination come candidato repubblicano alla presidenza nel 1968. La gaffe per l’audio rubato durante una cena, in cui Romney disprezzava i suoi concittadini dicendo che il 47% che dipendono dal governo federale, ha di fatto affossato la candidatura. Anche perché solo l’ultima di una lunga serie di cadute di stile. Tanto che Tim Pawlenty, il co-presidente della sua campagna, elettorale ha lasciato il suo incarico per dedicarsi ad altro.
I suoi detrattori da tempo sostengono come i redditi di Romney non rispecchino la realtà. E poi, paga poco di tasse – si afferma – perché la stragrande maggioranza delle sue entrate provengono da capital gain. Se il suo reddito fosse il frutto di un normale stipendio, allora sarebbe tassato con un’aliquota pari a più del doppio, il 35%. E’ una delle battaglie che il presidente Barack Obama sta tentando di portare avanti: rivedere un sistema fiscale che penalizza la middle class, i lavoratori, e favorisce i più ricchi. Intanto l’attuale inquilino della Casa Bianca continua ad andare a gonfie vele nei principali sondaggi. L’ultimo commissionato da Wall Street Journal e Abc News lo dà in testa in tre ‘swing state’: in Iowa Obama è in vantaggio addirittura di otto punti, in Colorado e Wisconsin di cinque punti. Presidente in testa anche negli Stati chiave più importanti, perché assegnano più grandi elettori: la Florida e l’Ohio.