Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio sull'ipotesi di un nuovo esecutivo tecnico: "Lavoriamo per lasciare il paese alla politica, ma se ci fosse uno stato di impasse". E sui dati economici dice: "Raggiungeremo comunque il pareggio di bilancio"
Monti bis? No, anzi sì, ma solo se serve. Lascia aperto il dubbio il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, interpellato all’università Luiss sul futuro del governo. “Ciascuno di noi – ha detto – sa bene che se il Paese avrà bisogno di noi non potremo tirarci indietro, ma io sono sicuro che non è possibile che si ripresenti una situazione” come quella che ha portato al governo Monti.
”Noi dobbiamo portare il Paese verso elezioni serene”, ha detto Catricalà intervistato da Lucia Annunziata, e “lasciare il posto di responsabilità a chi sarà eletto. Successivamente, intervistato da Sky Tg 24, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha ulteriormente chiarito il suo pensiero. Alla domanda sull’ipotesi di un ‘pareggio’ elettorale che non consenta una maggioranza chiara, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha risposto: “Il presidente Monti si è già prestato una volta” in un momento difficile del Paese, “ma oggi la linea del Governo è di dire che noi abbiamo fatto la nostra parte e adesso dobbiamo restituire il Paese alla politica. E’ chiaro che – ha aggiunto – nel caso in cui ci fosse una impasse, che noi non auspichiamo, il presidente potrebbe essere richiamato e a quel punto bisognerà verificare il suo stato d’animo”. Ad ogni modo, ha concluso, “la nostra posizione chiara, precisa e univoca è che bisogna restituire il Paese alla politica”.
Catricalà ha poi dato qualche dettaglio sul suo mestiere di sottosegretario: un “mestiere strano”. Si esercita, ha detto Catricalà alla platea dell’università Luiss, “per delega il potere del presidente del Consiglio” e a volte con i ministri “ci si deve imporre” in modo che “la linea del Governo non sia difforme da quella decisa dal presidente del Consiglio”. E’ “difficile” – ha aggiunto – mantenere l’equilibrio fra la necessità di coordinare l’azione dei ministri e quella di “restare nei ranghi”. Un mestiere, ha aggiunto Catricalà, “che non si impara subito e quando si inizia a capire come si deve fare è già tempo di andare a casa”.
Guardando ai dati economici, il sottosegretario si è detto fiducioso sul raggiungimento del pareggio di bilancio. L’economia, come dimostrano gliultimi dati del Def, “non cresce, ma ciò non significa che non rispetteremo gli impegni presi dal precedente governo: arriveremo comunque al pareggio di bilancio” il prossimo anno.