Cronaca

Maugeri, 20 milioni con il meccanismo delle “maggiorazioni tariffarie”

Con una legge del febbraio 2010 la Regione ha introdotto uno strumento per finanziare gli Istituti di ricerca e cura a carattere scientifico per premiare le strutture per le attività di didattica e di ricerca. A fare la parte del leone proprio la Fondazione pavese al centro dell'inchiesta che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di Formigoni

I fiumi di denaro pubblico elargiti dalla regione Lombardia alla Fondazione Maugeri non sono una novità. Ma ora spunta un nuovo meccanismo che, sotto il nome di ‘maggiorazioni tariffarie’, ha garantito nel 2010 oltre 20 milioni di euro alla clinica privata finita al centro dello scandalo sanità, insieme al San Raffaele. Un altro finanziamento concesso con discrezionalità dalla giunta guidata dal governatore Roberto Formigoni, indagato dalla procura di Milano per corruzione aggravata.

Con una legge del febbraio 2010, infatti, la Regione ha introdotto uno strumento per finanziare gli Irccs (Istituti di ricerca e cura a carattere scientifico), con lo scopo dichiarato di premiare le strutture per le loro attività di didattica e di ricerca. A fare la parte del leone nell’accaparrarsi i soldi pubblici è stata anche questa volta la Maugeri: secondo i dati diffusi dai consigliere del Pd Alessandro Alfieri e Luca Gaffuri, la clinica ha infatti ricevuto 20,4 milioni.

La somma non è la fetta più grande di una torta da 265 milioni: la Maugeri infatti è la seconda beneficiaria tra gli Ircss privati, dietro al San Raffaele, che ha ottenuto 34,8 milioni di euro. Davanti alla Maugeri ci sono anche strutture pubbliche come il San Matteo di Pavia e il Policlinico di Milano, che nel 2010 hanno incassato rispettivamente 29,3 e 28,4 milioni in maggiorazioni tariffarie. Ma un particolare fa sorgere il sospetto che la norma sia stata tagliata ad hoc sulle esigenze della Maugeri. Prima della sua approvazione, infatti, venivano usati altri parametri per determinare il finanziamento da attribuire alle strutture ospedaliere che fanno didattica ed erogano cure complesse: così nel 2009 alla Maugeri erano stati assegnati 2 milioni di euro. Ovvero dieci volte in meno di quanto ottenuto un anno dopo con il nuovo sistema delle maggiorazioni tariffarie.

Se la clinica sponsorizzata da Pierangelo Daccò, il lobbista che pagava vacanze di lusso a Formigoni, ha visto decuplicare questa voce delle entrate, non è stato così per le altre strutture. I 28,4 milioni stanziati nel 2010 per il Policlinico di Milano sono poco più del doppio dei 13,3 milioni relativi al 2009. Discorso analogo per il San Matteo di Pavia (passato da 11,7 milioni nel 2009 a 29,3 nel 2010) e per il San Raffaele (passato da 17,1 milioni a 34,8).

Ma come veniva stabilito l’ammontare delle maggiorazioni tariffarie? In base a un complesso calcolo basato su alcuni parametri, come il numero di posti letto dedicato alle attività didattiche, il numero di personale interamente dedicato alla formazione e il numero di progetti di ricerca. La somma esatta da erogare ai diversi Irccs è stata stabilita da un decreto dirigenziale firmato da Carlo Lucchina, il potente direttore generale dell’assessorato alla Sanità, coinvolto in un’altra inchiesta della procura di Milano.

Il decreto, secondo Alfieri, presenta rilevanti margini di discrezionalità e il sistema delle maggiorazioni tariffarie “è poco trasparente perché le decisioni con cui vengono assegnate le risorse non sono verificabili direttamente dai consiglieri regionali, in quanto stabilite con decreti dirigenziali”. Una scarsa trasparenza provata dal fatto che i dati sono saltati fuori solo adesso, con la risposta dell’assessore alla Sanità Luciano Bresciani a un’interrogazione presentata quattro mesi fa. I 20 milioni ottenuti nel 2010 dalla Maugeri come maggiorazioni tariffarie si aggiungono ai 21 assegnati nello stesso anno come ‘funzioni non tariffabili’ , l’altro filone di finanziamenti discrezionali che dal 2008 al 2010 hanno garantito alla clinica 72 milioni di euro. E non vanno dimenticati i 30,1 milioni di cui la Maugeri ha beneficiato sempre nel periodo 2008-2010 in virtù della cosiddetta ‘legge Daccò’.

Contro ogni accusa Formigoni continua a fare muro: la sua giunta in serata ha replicato con una nota in cui i criteri per i finanziamenti vengono definiti “stringenti e oggettivi”. Ma una cosa è difficile da sostenere. E cioè che “l’ingegneria normativa della regione”, per dirla con le parole di Alfieri, non ha portato alcun vantaggio economico alle strutture amiche del governatore. 

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