Il governatore del Lazio chiede al premier una “valutazione della situazione nella Regione". Dimissioni in bilico, ma il gruppo del partito democratico non attende e si dimette irrevocabilmente "per lo scioglimento del Consiglio regionale". Seguono a ruota i cinque di Iv e i due di Sel. Sostegno della maggioranza: "Presidente onesta e determinata"
Dimissioni sì o dimissioni no? Il governatore del Lazio Renata Polverini ha incontrato a Palazzo Chigi il premier Mario Monti per “informarlo della situazione in Regione”. Lasciano l’incarico tutti i consiglieri di Pd, Idv, Sel. La maggioranza in Regione, Pdl, Udc e Mpa, però insiste: “Siamo orgogliosamente al fianco di una presidente onesta e determinata, incitandola a proseguire nell’incisiva azione di governo fin qui svolta”, hanno messo nero su bianco in una nota i capigruppo.
L’INCONTRO CON MONTI – E’ la Polverini stessa a rendere noto il contenuto del colloquio con un comunicato delle 23.20: “Ho chiesto al presidente del Consiglio, Mario Monti, un breve incontro per informarlo della situazione che si è verificata in Regione; mi sembrava corretto farlo considerato che il Lazio è una realtà certamente non marginale sotto il profilo economico e istituzionale del nostro Paese. Il colloquio è stato cordiale come sempre e ringrazio il Presidente per avermelo accordato”. Il premier, secondo quanto scrive il quotidiano La Repubblica, avrebbe espresso chiaramente la sua posizione dicendo: “Per quanto mi riguarda ciò che sta avvenendo alla Regione Lazio è inaccettabile”. Alla richiesta di un suggerimento sulle dimissioni minacciate, poi accantonate e infine nuovamente ipotizzate dopo il dietrofront di due giorni fa: “Secondo lei mi devo dimettere?” il Professore avrebbe risposto: “Questa è una decisione che non posso prendere io. Non può essere il presidente del Consiglio a risolvere un problema di natura politica”. In caso di dimissioni: “Seguiremo alla lettera – avrebbe sottolineato Monti – la procedura di legge che porta alle elezioni”.
LE DIMISSIONI DELL’OPPOSIZIONE, L’APPOGGIO DI PDL, UDC, MPA – Insomma, il governatore sta pensando nuovamente a mollare la poltrona alla Pisana anche perché riferiscono fonti parlamentari del Pdl “è molto provata”. Intanto a fare il passo indietro sono stati, prima, tutti i 14 consiglieri regionali del Pd Lazio. Poi quelli di Idv, Sel, Fds che “hanno rassegnato le proprie dimissioni irrevocabili per lo scioglimento del Consiglio regionale”. Anche all’interno della maggioranza si sono verificate le prime defezioni: lascia il consigliere dell’Mpa, Pascucci e quello della Lista Civica, secondo quanto dichiara a Sky l’ormai ex capogruppo del Pd, Esterino Montino. Tuttavia, con un comunicato dei capigruppo, Pdl, Ucd e Mpa ribadiscono la loro vicinanza alla Polverini: “Siamo orgogliosamente al fianco di una presidente onesta e determinata, incitandola a proseguire nell’incisiva azione di governo fin qui svolta”.
I NUMERI IN CONSIGLIO – Una mossa, quella dell’opposizione, più che altro simbolica, dal momento che per arrivare allo scioglimento del consiglio regionale dovrebbe dimettersi la maggioranza semplice dei consiglieri, cioè la metà più uno, per un totale di 36. Un obiettivo che l’opposizione non può al momento centrare, sul fronte dei numeri. Dovrebbero dimettersi la metà più uno dei consiglieri (36) e l’opposizione, con tutti i gruppi che si sono detti disponibili a un passo indietro, può arrivare al massimo a 27. Con l’eventuale apporto dei consiglieri Udc, che oggi hanno rinnovato il sostegno alla Polverini, si arriverebbe a 35.
ALEMANNO: “AZZERARE IL CENTRODESTRA” – Sempre in serata, sono arrivate le parole di Gianni Alemanno che ha sottolineato la necessità di “azzerare il centrodestra”, mentre dalle telecamere di La7, l’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio indagato per peculato, Franco Fiorito, sostiene che il governatore ha fatto bene a non dimettersi, intanto “perché non è direttamente responsabile di queste cose e poi perché credo che una persona che governa non possa lasciare la Regione in questa situazione così difficile”. Fiorito, poi, dichiara di non aver “mai parlato con la Polverini di queste questioni e non posso sapere se lei sapeva o meno. Di sicuro il gruppo della Lista Polverini riceveva le stesse quote”.