Di certo la scienza ha portato un progresso visibile nella nostra società, un progresso che, per esempio, ci permette di vivere meglio e più a lungo. Ancora a titolo d’esempio, le tecnologie che l’uomo ha sviluppato ci hanno permesso di annullare virtualmente, in diverse circostanze, le distanze fisiche (Internet, Skype, ecc.) alterando addirittura la percezione dello spazio. Siamo, da un certo punto di vista, una società felice.
Ma, se da una parte il progresso ha risolto vecchi problemi, dall’altro ne crea di nuovi, sempre più spaventosi. Ad esempio, si assiste al moltiplicarsi di vecchie patologie come i linfomi e allo sviluppo di altre un tempo rare o del tutto sconosciute. Tra queste, sindromi, cioè collezioni di patologie, che apparentemente nulla hanno a che spartire tra loro o malattie ancora definite misteriose. Queste malattie, poi, colpiscono anche animali e ambiente. Vedi certe affezioni che diventano epidemie planetarie, più o meno diffuse che siano, come l’AIDS e la BSE o sindrome della mucca pazza. L’ambiente pure soffre, e al proposito ci sono diversità che scompaiono e la desertificazione, cioè la sterilizzazione del suolo, che avanza. Il pianeta non sta bene e noi con lui. Se stai in una casa malata e mangi cibo malato, prima o poi ti ammali anche tu.
Per fare esempi concreti, è ovvio, lapalissiano, che, se il cosiddetto progresso con le sue industrializzazioni produce un eccesso crescente di CO2, la specie umana e quelle animali che vivono grazie all’ossigeno prima o poi rischiano l’estinzione. Eppure gli appelli di quasi tutti i paesi del mondo a diminuire la produzione di quel gas non producono risultati così incisivi come ci si aspetterebbe da persone dotate di logica. Anzi, sembra accadere il contrario. Prima viene il business, poi la salute umana (vedi, per restare vicini a casa, Taranto).
Ora nella logica del “solo business” s’inserisce l’affare delle sementi Ogm. Questo significa che l’uomo ha modificato il patrimonio genetico di una data pianta per fare in modo, tra le altre caratteristiche, che questa sia più resistente a certi agenti patogeni naturali. Non sono un agronomo, ma pensavo che, al massimo, qualche pesticida fosse sufficiente. Meglio ancora il ricorso ad insetti antagonisti. Non mi risulta che ci siano agenti patogeni così lesivi da aver bisogno di contromisure tanto drastiche. Non mi risulta che ricorrano le invasioni di cavallette di biblica memoria, quelle che riducono alla fame intere popolazioni. In questo momento mi pare che il problema carestia sia dovuto più alla mancanza d’acqua che non ai parassiti.
Il progresso tecnologico ha comunque creato nuove specie vegetali, non esistenti in natura, che, pur se attaccate da un certo parassita, continuano a crescere indisturbate, garantendo un buon raccolto. Il risvolto negativo più evidente è che quelle sementi sono sterili, il che significa che l’anno dopo devo ricomprare i semi e non posso utilizzare quelli che la pianta produce. Il business per la ditta produttrice di mostriciattoli simili è evidente. Per fare un esempio pratico è come se io avessi creato donne bionde bellissime con occhi celesti che però non avranno mai figli e i figli me li devo procurare rivolgendomi altrove.
Ora queste multinazionali proprietarie del seme brevettato (in India hanno anche brevettato il pane che si produce da un seme di grano OGM) per incrementare gli affari e per continuare in questa logica perversa dell’ “io sono DIO e cambio la natura come voglio”, hanno studiato un nuovo business. Dal momento che non si riesce a modificare i geni per tutti i tipi di parassiti e batteri, ma lo si fa solo un po’ per volta, hanno pensato di vendere pesticidi di sintesi che ammazzano tutti i parassiti tranne quello per cui la pianta è resistente. La logica non fa una piega.
Però non si riconosce che tutti questi composti avvelenano l’aria e il suolo che diventa sterile. Il terreno dà il nutrimento alla pianta grazie alla sua composizione chimica ma anche grazie alla massa microbica che ospita. I pesticidi alterano la composizione chimica e ammazzano sì i parassiti ma anche la massa microbica. Ciò significa che, alla lunga, su quel terreno non crescerà più niente, cioè non si avrà più alcun raccolto, nessun guadagno. Neanche i semi Ogm cresceranno più.
Rimane ancora un piccolo dettaglio da discutere. Quanto i prodotti fatti con i semi Ogm sono sicuri per uomo e animali? Uno studio francese recente pubblicato sul Nouvel Observateur (report dott. Seralini) sta dimostrando che il mais transgenico ha effetti devastanti sui topi che con quello sono alimentati. Il mais contaminato dal pesticida e OGM fa morire i topi molto prima che quelli alimentati con mais “vecchio stile” (cioè secondo natura).
La multinazionale si difenderà dicendo che i topi non sono gli uomini. Quando fa comodo (creme di bellezza , farmaci, ecc.) i test in vivo sui topi sono significativi. Quando va male, non lo sono: “C’è troppa differenza fra topo e uomo”.
Ora, creare nuovi materiali, nuovo Dna, significa esporre la natura (uomini, animali, ambiente) a nuovi stimoli le reazioni ai quali sono di fatto ignote. Questi prodotti sintetici a livello molecolare non vengono “capiti” da organismi “vecchio stile”, quelli che abitano da tempo immemorabile il Pianeta. Non ci sono metabolismi, meccanismi, enzimi per utilizzare senza pericolo quella roba e gli organismi non sono sempre attrezzati per eliminarla. Non è sempre detto che l’uomo riesca a sostituirsi con successo al Creatore, ma è conclamata la sua capacità di distruggere ciò che è stato fatto naturalmente, fino, chissà, all’apoteosi finale: la distruzione dell’umanità e della vita su questa terra.