L'ex presidente della Corte Costituzionale spiega che è possibile per l'esecutivo "fissare un limite" con una legge, anche un decreto, che poi passerebbe al vaglio del Parlamento
Lo scandalo dei fondi “incassati” dai consiglieri regionali Pdl del Lazio finiti in cene e spese folli impone la riflessione su quali margini abbia, a questo punto, il governo Monti per intervenire. Il titolo V della Costituzione italiana è chiaro sulla potestà legislativa di Stato e Regioni, ma per il professor Valerio Onida, costituzionalista e presidente emerito della Corte Costituzionale, è possibile per il governo “fissare un tetto di spesa per i consiglieri regionali” con una legge, anche un decreto, che deve passare comunque per il Parlamento e stabilire un limite. Lo Stato centrale non potrebbe decidere quale deve essere l’indennità – che compete ai consigli regionali – ma può innalzare un muro oltre quale sarebbe impossibile andare. Una facoltà propria della potestà legislativa in materia di ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali. Ma un tale intervento legislativo sarebbe impugnabile? “Naturalmente sì – spiega al fattoquotidiano.it– come ci si può opporre a tutti provvedimenti e in tutti i casi”.
Il giurista però sostiene che era possibile “scoprire tutto questo prima che lo facesse la Procura di Roma” se gli “organi di informazione fossero stati più attenti. Credo che i rendonconti fossero accessibili, quindi vanno rimproverati i mezzi di informazione: dove eravate?”. Anche se è soprattutto la politica a finire sotto accusa: “E’ ridicolo che questi fondi – ragiona il docente di Diritto Costituzionale – abbiano una destinazione indeterminata. Ha visto i rendiconti?”, chiede Onida riferendosi ai pochi fogli che venivano riempiti dai consiglieri con cifre e giustificazioni generiche. E così i singoli consiglieri hanno speso per ristoranti e caffè fino a 22 mila euro in un anno.
“Questi finanziamenti devono essere destinati ai gruppi consiliari, alla loro organizzazione e al loro funzionamento. E’ una cosa da ridere – argomenta l’ex presidente della Corte Costituzionale – che ci siano gruppi formati da una sola persona”. Certo è che i tanti gruppi rispecchiamo il “frazionamento” dei partiti, ma questo non deve giustificare gli sprechi: “I consiglieri – sostiene – hanno diritto solo all’indennità”. Il resto, insomma, sono spese fuorilegge. Secondo Onida non c’è “nessuna giustificazione a quello che è successo. Non dovrebbero esistere queste spese, i singoli in quanto tali non devono avere i finanziamenti”. Sono, bisogna ricordarlo, soldi pubblici.