E’ di circa un milione di euro, secondo le indagini della Guardia di finanza, l’ammontare di fondi passati dai due conti del gruppo regionale del Pdl a quelli dell’ex capogruppo Franco Fiorito. E oggi l’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio è stato ascoltato per quattro ore in un interrogatorio presso la procura di Viterbo. Il consigliere regionale, che ha annunciato oggi la sua ricandidatura alle prossime elezioni regionali, è stato sentito come testimone dal procuratore capo Alberto Pazienti e dal sostituto Massimiliano Siddi nell’ambito dell’inchiesta su diverse fatture false emesse a favore di due società viterbesi. 

Sotto la lente di ingrandimento dei magistrati c’è il percorso di questo milione di euro finito nei conti correnti, una decina, di Fiorito. Da qui la contestazione di peculato, reato che si prende in esame nel caso in cui la presunta di sottrazione di danaro viene fatta da un pubblico ufficiale, come nel caso di Fiorito per effetto della sua funzione di capogruppo.

Le denunce sulle presunte parcelle falsificate e pagate dal gruppo Pdl alla Regione Lazio, per le quali è stato interrogato Fiorito, sono state presentate dal consigliere regionale Francesco Battistoni e proprio dalle due società viterbesi che hanno avuto rapporti commerciali con lo stesso gruppo. Secondo il procuratore capo di Viterbo Pazienti almeno 6 fatture sono completamente false e non sono state mai liquidate dal gruppo regionale del Pdl. Numerose altre, invece, hanno gli importi fortemente aumentati ma sono state liquidate per la somma originale e non per quella gonfiata.

Alle accuse ha risposto lo stesso Fiorito ai cronisti all’uscita dal Palazzo di Giustizia: ”Non so nulla della falsificazione delle fatture relative alle manifestazioni organizzate dal consigliere regionale Francesco Battistoni e liquidate dal gruppo Pdl. Tutte le fatture  in possesso – ha detto l’ex capogruppo Pdl – sono uscite da casa mia e sono finite alla procura della Repubblica di Roma”. Con lui c’era il suo legale, Carlo Taormina, che ha affermato: “L’interrogatorio è andato bene e abbiamo escluso ogni coinvolgimento di Franco Fiorito nella falsificazione delle fatture pubblicate online e riconducibili a Battistoni”. 

“La falsificazione delle fatture potrebbe rientrare nella faida in corso nel Pdl viterbese – ha spiegato il procuratore Pazienti – dalla quale è già scaturita un’inchiesta per corruzione e tentata estorsione. Non credo possano esserci altri collegamenti con l’inchiesta in corso”. Secondo il procuratore capo di Viterbo alcune fatture “sono state grossolanamente falsificate”.“Indaghiamo su tossine velenose – ha dichiarato il pubblico ministero Massimiliano Siddi commentando la vicenda – ovvero dieci fatture falsificate, inoculate in un dossier di documenti contabili veri, per creare discredito. Finora, nel dossier – ha aggiunto – abbiamo riscontrato dieci tra documenti contraffatti o completamente falsi”. 

Secondo quanto si è appreso, le tre denunce sono confluite nel fascicolo relativo all’inchiesta che vede indagati per corruzione e tentata estorsione l’assessore regionale all’Agricoltura, Angela Birindelli e due giornalisti viterbesi, l’ex direttore dell’Opinione, Paolo Giallorenzo e la collega Viviana Tartaglini. Anche questa inchiesta, attualmente in corso di proroga delle indagini, era scaturita da un esposto di Battistoni: secondo l’ex capogruppo Pdl, l’assessore Birindelli avrebbe acquistato 18 mila euro di inserzioni pubblicitarie sull’Opinione affinchè il giornale attaccasse sistematicamente lo stesso Battistoni. E’ probabile che tra i due episodi il pm abbia individuato delle connessioni anche se alla domanda se ci siano collegamenti tra quest’ultimo filone d’inchiesta e quello in cui è coinvolta l’assessore regionale all’Agricoltura Birindelli, il magistrato ha risposto: “Non posso dire nulla, anche se ci sono delle analogie. E c’è un personaggio che compare in entrambe le vicende”. Il riferimento del Pm Siddi è al giornalista Giallorenzo, ma il procuratore non si sbilancia: “Non è detto – ha precisato – che chi ha diffuso il dossier e chi ha falsificato le fatture siano necessariamente le stesse persone. E’ quello che stiamo tentando di accertare”.

Ospite della trasmissione di Rete4 “La Quinta Colonna”, Fiorito ha affermato di essere anche l’autore di una denuncia inascoltato sullo sperpero dei fondi pubblici: “Lo scorso 18 luglio, con una lettera, ho denunciato al Partito e a tutti i suoi membri, le spese folli del Consiglio regionale. Il documento è stato firmato da ogni singolo consigliere per ricevuta ed è stato inviato anche al Presidente del Consiglio regionale. Scrissi che c’erano spese non più plausibili e fuori controllo. La risposta arrivò il 24 luglio, con la mia cacciata da Capogruppo. Non avrei mai – conclude Fiorito – mandato quella lettera se avessi avuto qualcosa da nascondere”. Fiorito ha consegnato la lettera a Paolo Del Debbio, storico esponente di Forza Italia e conduttore della trasmissione.

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