La presidente della Regione dimissionaria: "Questa storia nasce per una faida interna al Pdl". All'interno del quale ci sono, ha aggiunto, "personaggi da operetta". "La festa era finita da lunedì scorso e ne ero consapevole, ma ho voluto vedere a cosa si sarebbero spinti"
“Noi arriviamo qui puliti, una giunta che ha operato bene. La colpa è di un consiglio regionale non più degno di rappresentare una regione come il Lazio”. E’ questa forse la frase che spiega come l’ormai ex presidente della Regione Lazio Renata Polverini sia arrivata alla decisione di rassegnare le dimissioni. “Ho interrotto il cammino di un consiglio non più degno di rappresentare il Lazio – insiste – questi signori li mando a casa io”. “Questa storia – spiega ancora – nasce per una faida interna al Pdl che non consegnò la lista alle elezioni e che ci ha consegnato un dibattito interno, oltretutto con personaggi ameni che si aggiravano per l’Europa”. “Mi sono dimessa per una faida interna al Pdl: ben venga questo dibattito tra chi aveva bisogno di un Suv e chi pensava di giocare la propria carriera in consiglio regionale. Spero che la Procura lavori con serenità e che queste persone possano essere assicurate alla giustizia”. Però giura: “Come persona libera dirò tutto quello che ho taciuto fino ad oggi per senso di responsabilità”. E ha sottolineato anche che “il Pdl in questi giorni ha dato prova di essere un partito particolare: ci sono persone da mandare via e persone con le quali vale la pena continuare”.
La presidente dimissionaria pronunceia un lungo j’accuse nei confronti di tutti i gruppi consiliari: “Volevo vedere fino a che punto questo Consiglio si mostrava vile e l’abbiamo visto. Codardi come sono hanno approvato una riforma sperando poi di fare un inciucio”. A fronte del suo annuncio, Franco Fiorito, l’ex capogruppo del Pdl in Lazio, ospite in studio a “Quinta Colonna” su Retequattro ha dichiarato: “Pensavo che Renata Polverini si sarebbe dimessa a causa della nostra vicenda e, invece, mi accorgo dalla sue dichiarazioni che probabilmente non è solo questo il motivo: ci sono altre vicende sovrapposte che però io non conosco”.
La decisione di dimettersi da presidente della regione, Polverini l’aveva assunta già lunedì scorso, prima di intervenire in aula alla Pisana. Aveva già detto tutto a Monti e a Napolitano: “Monti mi ha apprezzato sia sulpiano istituzionale che personale e ha confermato che il rating della regione Lazio influiva positivamente sul paese”. La governatrice dimissionaria ha infatti spiegato: “La festa era finita da lunedì scorso e ne ero consapevole, ma ho voluto vedere a cosa si sarebbe spinto questo consiglio regionale. Ora rimarrò in carica per il tempo previsto dallo statuto e dalle leggi. Mi auguro che anche dal punto di vista delle spese queste elezioni non vadano a gravare sui cittadini”. “Io dico basta – ribadisce – non lo merita la mia storia, la mia famiglia che è stata infangata né chi sta con me. Da pochi minuti sono tornata libera: per due anni e mezzo in questo sistema sono stata come in una gabbia, cercavo di uscire ma mi avviluppava sempre di più”.
“Con il blocco della mia azione riformatrice – aggiunge l’ex leader dell’Ugl – ci saranno gravi ripercussioni sul paese: abbiamo fatto 5 miliardi di tagli perché lo volevamo e perché abbiamo avuto come effetto il dimezzamento del disavanzo sanitario portandolo a 700 milioni”. “Chiunque arriverà – sfida la Polverini – dovrà avere il coraggio di riportare la legge e di riassegnarsi delle risorse. non so se avranno questo coraggio”.
La Polverini assicura che continuerà “a fare politica, conquesti non ho nulla a che fare”. “Stessero sereni – continua – questi signori perchè domani potranno fare politica se si ricordano come si fa”. “Vado via a testa alta non so se altri potranno a fare lo stesso. Me ne vado avendo azzerato i fondi dei gruppi regionali. Voglio vedere se chiunque verrà farà lo stesso”.
L’ex segretaria dell’Ugl insomma lascia accusando un po’ tutti. I suoi, ma non solo. “Il Pd si è inserito nella scia di quello che è accaduto perché voleva regolare una partita interna, cercando di scaricarla sulle spalle dei cittadini del Lazio: vadano a casa sereni e tranquilli, ma non si permettano più di dire una parola su di me”. Di più: “Le ostriche viaggiavano comodamente nel palazzo della giunta ben prima che arrivassi io”. Punta il dito contro l’opposizione, decisa “a smascherare le loro ipocrisie”. “Volevano scaricare tutte le colpe – dice – su una giunta che ha lavorato bene, allora li mando a casa io”. Rimprovera l’opposizione di non aver rassegnato le dimissioni annunciate. “Ho aspettato oggi – ha aggiunto – anche per vedere le falsità che l’opposizione ha detto, potevano consegnare oggi le dimissioni e non l’hanno fatto. Ora li mando a casa io, così avranno tanto tempo per fare politica”.
Ma se la prende anche con gli esponenti del suo partito al centro dello scandalo che ha travolto il consiglio regionale. “Io con questi malfattori – afferma – non voglio avere nulla a che fare”. La Polverini non risparmia critiche durissime agli esponenti del Pdl regionale, ma ringrazia il segretario Angelino Alfano e Silvio Berlusconi. In conferenza stampa definisce “personaggi da operetta” i consiglieri pidiellini coinvolti nell’inchiesta, mentre tiene fuori dale accuse “Alfano e Berlusconi, che ho sentito fino a pochi minuti prima di venire qui, e che con senso di responsabilità hanno cercato di darmi un contributo e ringrazio Francesco Storace che ha sofferto più di tutti con me questa situazione dicendomi che non è accettabile andare via senza aver fatto nulla ma io gli detto che ciò che non è accettabile era mantenere quelle persone in un luogo prestigioso come la regione perché hanno fatto cose raccapriccianti”.
E si definisce inorridita da “quanto avvenuto in consiglio regionale. Prendetevela con il signor Mario Abbruzzese”. E cioè con il presidente del consiglio regionale, un altro Pdl. “Me ne vado a testa alta – ha detto ai giornalisti – dubito che alcuni consiglieri, a partire dal presidente del consiglio regionale, possano fare altrettanto”.
La presidente dimissionaria si dice “grata all’Udc e a tutto il suo gruppo consiliare perché mi sono stati sempre vicino in maniera impeccabile”. Infine, un ringraziamento e un forte abbraccio a Francesco Storace: “Ha sofferto più di tutti per questa mia decisione, ma non era accettabile mantenere quelle persone in un luogo prestigioso come il consiglio regionale del Lazio. Ora anch’io spiegherò tutto”. Il finale racconta di abbracci ed occhi lucidi con colui che l’ha sostituirà, fino alle prossime elezioni, nel palazzo di via Colombo, Luciano Ciocchetti, e con lo stesso Francesco Storace. Infine una battuta: “Ho dormito poco e mangiato ancora meno: tra le cose positive di tutta questa vicenda è che sono in formissima”.
Secondo il segretario Angelino Alfano “Renata Polverini ha compiuto unascelta di grande dignità e di grande responsabilità, nonostante lei non abbia compiuto alcun atto nè immorale nè illegale e anzi abbia impresso un’accelerazione al percorso di riforma della Regione Lazio”. “Ha sfiduciato un Consiglio regionale che mai avrebbe potuto assicurarle la prosecuzione nel cammino intrapreso e che, in alcune sue mortificanti individualità, aveva tinteggiato la politica del peggiore colore possibile. E’ questo – prosegue Alfano – il motivo per il quale anche oggi alle 13, quando ce lo ha comunicato non abbiamo provato a trattenerla ma le abbiamo detto che le saremmo stati accanto qualunque fosse stata la decisione a lei suggerita dalla propria coscienza e dalla propria responsabilità”.