E così, quando sul palco di Campovolo sale Zucchero, Sky manda in onda il retropalco. Il conduttore Alessandro Cattelan, seduto su un trespolo, presenta gli ospiti, intervista gli artisti che passano di là, dialoga con i protagonisti oscuri del dopo terremoto, dagli psicologi ai pagliacci della clown terapia. Dà la linea al palco soltanto – in media – alla seconda canzone in scaletta per ogni big (Renato Zero, Claudio Baglioni, Jovanotti, persino Biagio Antonacci con la poetessa di Mirandola). Twitter immediatamente s’infervora. “Spettacolare Campovolo #italialovesemilia” ancora più spettacolare se Sky non ce ne oscurasse la metà”, “sky facci vedere almeno chi canta ora”, “non fate parlare i cantanti lasciateli cantare”. In Rete è la rivolta. Tanto che il povero Cattelan, non poco imbarazzato, è costretto a spiegare in diretta che “gli accordi con le case discografiche non consentono di trasmettere interamente il concerto”. E dirlo prima no? Gli abbonati (paganti) si sentono truffati. “se lo sapevo col cavolo che compravo #italialovesemilia su #sky, mandavo direttamente un bonifico agli organizzatori di #campovolo”. Le case discografiche avranno anche in mente il dvd, ma la sensazione di essere stati presi in giro rimane. Anche perché basta abbassare il volume della tv e accendere le radio (unificate, meraviglioso) per poter ascoltare in diretta le canzoni. L’unico handicap è il suono fuori sincro, ma si sopporta. Su Facebook è nato persino il gruppo “Sky abbiamo pagato 10 euro per le canzoni non per Cattelan” dove un abbonato mostra la sua lettera di disdetta dell’abbonamento.
Il Fatto Quotidiano, 25 settembre 2012