E se la Rai stesse meglio in salute di come dice il suo nuovo management di stampo montiano? E se, insomma, si volesse dare un’immagine diversa di quello che sta avvenendo nella tv pubblica, sotto il profilo economico, per poi poter sbandierare un futuro “salvataggio”, ottenuto con il minimo sforzo, ma il massimo vantaggio “personale”? A viale Mazzini, si sa, ne hanno viste negli anni di tutti i colori. Ma ritrovarsi, nel giro di un battito d’ali, da un bilancio con un segno positivo a più 2 milioni di euro per il 2011 e una prospettiva di “pareggio” per il 2013 (come affermato dall’ex dg, Lorenza Lei, davanti alla commissione di Vigilanza) a meno 200 milioni di euro indicati dal neo dg, Luigi Gubitosi, ha fatto sorgere più di un sospetto.
Come mai tanta differenza di cifre? Cosa è accaduto, in questi mesi, per determinare una siffatta voragine? Il problema è questo: non è accaduto nulla di significativo, crisi a parte (che c’era già). Dunque, i conti non tornano. E se più di uno avanza sospetti su come Lorenza Lei ha chiuso il precedente rendiconto, adesso l’attenzione è puntata più sulle “catastrofiche” previsioni di bilancio che Gubitosi ha presentato qualche giorno fa in consiglio d’amministrazione e ha poi spedito a tutti i dipendenti, via mail, con tanto di slide esplicative. Si parla non solo di un “buco” di 129 milioni di euro nei primi sei mesi del 2012, ma di perdite che, a fine anno, toccherebbero appunto quota meno 200 milioni. Rispetto al 2011 il peggioramento è di circa 178 milioni. Gubitosi le ha giustificate così: è previsto un crollo della raccolta pubblicitaria a 435 milioni di euro (una follia), con una perdita di 71,6 milioni sul 2011 (pari a meno 14%) e le previsioni della raccolta per il 2012, da parte della Sipra, sono al di sotto degli 800 milioni. Eppure, pare strano, ma la tv pubblica ha mantenuto la leadership negli ascolti, con il 41,7% di share in prime time, il 40,3 nell’intera giornata e il boom di Sanremo con il 48%. E nel primo semestre i ricavi per il gruppo Rai sono stati pari a 1.433 milioni di euro, certo 110 milioni in meno rispetto al 2011, ma l’anno scorso è pesato parecchio l’acquisto dei diritti sportivi per gli europei pari a 101,5 milioni; era però un esborso economico già programmato. Insomma, per arrivare a cifre così alte come quella sparata da Gubitosi (-200) si dovrebbe verificare un cataclisma che il dg non ha, però, previsto nelle sue cifre.
E sui conti previsti per la Sipra, più di un addetto ai lavori ha storto il naso: “Con perdite tanto pesanti come quelle ipotizzate, tanto varrebbe chiuderla la Sipra”. Qualcosa non quadra. A meno che non si leggano queste cifre in senso “politico” e non solo “economico”. Il come poter decriptare la questione lo spiega il consigliere d’amministrazione Rai in quota Pdl, Antonio Verro, già consigliere nella passata “legislatura” di Mauro Masi e di Lorenza Lei: “Il cda Rai non va a sondare i motivi che portano il direttore generale a dare queste cifre in negativo nella previsione di bilancio – racconta – ma il sospetto che i calcoli siano eccessivamente pessimistici è più che fondato. Anzi, direi che c’è il forte sospetto che il dg Gubitosi abbia voluto drammatizzare la situazione per poi poter lavorare con maggior tranquillità sulle cose da fare, ma anche per poter esaltare, in una fase successiva, gli eventuali risultati raggiunti come miracolosi; è il modello Monti, d’altra parte”. Il consigliere Rai parla di sospetti che, ovviamente, non sono solo suoi. “Non posso parlare per altri – prosegue – ma più di qualcuno sta pensando ad una mossa politica…”.
Perchè la Rai (e Gubitosi l’ha capito) è un’azienda fortemente politica. E dove questi “giochi”, anche contabili, vengono smascherati facilmente. Il “modello Monti” a cui faceva riferimento Verro, prevede uno schema di gioco piuttosto banale, ma di solito funzionante: drammatizzare la situazione presente (così come è stato fatto da Monti per l’Italia) per imporre una serie di tagli e innovazioni, soprattutto sul fronte della gestione del personale e dell’organizzazione della struttura aziendale. Quindi, fatta ingoiare la medicina amara, sbandierare una miracolosa inversione di tendenza e uscire vincitori davanti all’opinione pubblica ma, soprattutto, ai referenti politici (in questo caso Monti che potrebbe restare a palazzo Chigi o, più probabilmente, andare al Quirinale). Gubitosi, d’altra parte, ha davanti a se alcuni importanti passaggi, come il rinnovo del contratto dei dipendenti (a cui il dg vuol solo concedere il rinnovo della parte economica, riservandosi di aprire un nuovo tavolo su quella normativa) e la vendita di alcuni “gioielli di famiglia”, come Palazzo Labia a Venezia. Che, però, viene alienato dal patrimonio solo perchè costa troppo mantenerlo, non certo perchè sia davvero necessario fare cassa. Insomma, più che un’operazione “trasparenza”, come l’ha spacciata Monti ai dirigenti Rai e alle maestranze, sembra il primo passo di una strategia che a palazzo Chigi conoscono bene: far pensare di essere vicino al baratro per poi essere considerati salvatori della patria. Dopo il “Monti dopo Monti” di Casini anche un “Gubitosi dopo Gubitosi” del prossimo governo per la Rai? La strategia pare essere la stessa, sui risultati si vedrà. Per il successo personale, ai piani alti di viale Mazzini, evidentemente si stanno attrezzando.
Media & Regime
Rai, previsioni catastrofiche di Gubitosi sul bilancio. E i conti non tornano
Il neo dg ha parlato di un buco di 200 milioni di euro nel 2012, anche se Lorenza Lei aveva chiuso il 2011 a più 2 milioni di euro. Verro (cda): "Il sospetto che i calcoli siano eccessivamente pessimistici è più che fondato". La strategia potrebbe essere quella di drammatizzare la situazione presente per imporre una serie di tagli e innovazioni
E se la Rai stesse meglio in salute di come dice il suo nuovo management di stampo montiano? E se, insomma, si volesse dare un’immagine diversa di quello che sta avvenendo nella tv pubblica, sotto il profilo economico, per poi poter sbandierare un futuro “salvataggio”, ottenuto con il minimo sforzo, ma il massimo vantaggio “personale”? A viale Mazzini, si sa, ne hanno viste negli anni di tutti i colori. Ma ritrovarsi, nel giro di un battito d’ali, da un bilancio con un segno positivo a più 2 milioni di euro per il 2011 e una prospettiva di “pareggio” per il 2013 (come affermato dall’ex dg, Lorenza Lei, davanti alla commissione di Vigilanza) a meno 200 milioni di euro indicati dal neo dg, Luigi Gubitosi, ha fatto sorgere più di un sospetto.
Come mai tanta differenza di cifre? Cosa è accaduto, in questi mesi, per determinare una siffatta voragine? Il problema è questo: non è accaduto nulla di significativo, crisi a parte (che c’era già). Dunque, i conti non tornano. E se più di uno avanza sospetti su come Lorenza Lei ha chiuso il precedente rendiconto, adesso l’attenzione è puntata più sulle “catastrofiche” previsioni di bilancio che Gubitosi ha presentato qualche giorno fa in consiglio d’amministrazione e ha poi spedito a tutti i dipendenti, via mail, con tanto di slide esplicative. Si parla non solo di un “buco” di 129 milioni di euro nei primi sei mesi del 2012, ma di perdite che, a fine anno, toccherebbero appunto quota meno 200 milioni. Rispetto al 2011 il peggioramento è di circa 178 milioni. Gubitosi le ha giustificate così: è previsto un crollo della raccolta pubblicitaria a 435 milioni di euro (una follia), con una perdita di 71,6 milioni sul 2011 (pari a meno 14%) e le previsioni della raccolta per il 2012, da parte della Sipra, sono al di sotto degli 800 milioni. Eppure, pare strano, ma la tv pubblica ha mantenuto la leadership negli ascolti, con il 41,7% di share in prime time, il 40,3 nell’intera giornata e il boom di Sanremo con il 48%. E nel primo semestre i ricavi per il gruppo Rai sono stati pari a 1.433 milioni di euro, certo 110 milioni in meno rispetto al 2011, ma l’anno scorso è pesato parecchio l’acquisto dei diritti sportivi per gli europei pari a 101,5 milioni; era però un esborso economico già programmato. Insomma, per arrivare a cifre così alte come quella sparata da Gubitosi (-200) si dovrebbe verificare un cataclisma che il dg non ha, però, previsto nelle sue cifre.
E sui conti previsti per la Sipra, più di un addetto ai lavori ha storto il naso: “Con perdite tanto pesanti come quelle ipotizzate, tanto varrebbe chiuderla la Sipra”. Qualcosa non quadra. A meno che non si leggano queste cifre in senso “politico” e non solo “economico”. Il come poter decriptare la questione lo spiega il consigliere d’amministrazione Rai in quota Pdl, Antonio Verro, già consigliere nella passata “legislatura” di Mauro Masi e di Lorenza Lei: “Il cda Rai non va a sondare i motivi che portano il direttore generale a dare queste cifre in negativo nella previsione di bilancio – racconta – ma il sospetto che i calcoli siano eccessivamente pessimistici è più che fondato. Anzi, direi che c’è il forte sospetto che il dg Gubitosi abbia voluto drammatizzare la situazione per poi poter lavorare con maggior tranquillità sulle cose da fare, ma anche per poter esaltare, in una fase successiva, gli eventuali risultati raggiunti come miracolosi; è il modello Monti, d’altra parte”. Il consigliere Rai parla di sospetti che, ovviamente, non sono solo suoi. “Non posso parlare per altri – prosegue – ma più di qualcuno sta pensando ad una mossa politica…”.
Perchè la Rai (e Gubitosi l’ha capito) è un’azienda fortemente politica. E dove questi “giochi”, anche contabili, vengono smascherati facilmente. Il “modello Monti” a cui faceva riferimento Verro, prevede uno schema di gioco piuttosto banale, ma di solito funzionante: drammatizzare la situazione presente (così come è stato fatto da Monti per l’Italia) per imporre una serie di tagli e innovazioni, soprattutto sul fronte della gestione del personale e dell’organizzazione della struttura aziendale. Quindi, fatta ingoiare la medicina amara, sbandierare una miracolosa inversione di tendenza e uscire vincitori davanti all’opinione pubblica ma, soprattutto, ai referenti politici (in questo caso Monti che potrebbe restare a palazzo Chigi o, più probabilmente, andare al Quirinale). Gubitosi, d’altra parte, ha davanti a se alcuni importanti passaggi, come il rinnovo del contratto dei dipendenti (a cui il dg vuol solo concedere il rinnovo della parte economica, riservandosi di aprire un nuovo tavolo su quella normativa) e la vendita di alcuni “gioielli di famiglia”, come Palazzo Labia a Venezia. Che, però, viene alienato dal patrimonio solo perchè costa troppo mantenerlo, non certo perchè sia davvero necessario fare cassa. Insomma, più che un’operazione “trasparenza”, come l’ha spacciata Monti ai dirigenti Rai e alle maestranze, sembra il primo passo di una strategia che a palazzo Chigi conoscono bene: far pensare di essere vicino al baratro per poi essere considerati salvatori della patria. Dopo il “Monti dopo Monti” di Casini anche un “Gubitosi dopo Gubitosi” del prossimo governo per la Rai? La strategia pare essere la stessa, sui risultati si vedrà. Per il successo personale, ai piani alti di viale Mazzini, evidentemente si stanno attrezzando.
Articolo Precedente
La7, cinque al traguardo con Sposito che sogna di coinvolgere Mentana
Articolo Successivo
Caso Sallusti, salta ipotesi accordo: “Libertà non si scambiano tra privati”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Mosca: “La tregua farebbe solo rifiatare Kiev”. Zakharova attacca di nuovo Mattarella: “Da lui bugie e falsità su minaccia nucleare” – Diretta
Zonaeuro
Nuovo scandalo corruzione in Ue: in manette lobbisti di Huawei accusati di aver corrotto parlamentari. Arrestato ex assistente di due eurodeputati italiani
Cronaca
Tremano i Campi Flegrei: nella notte scossa di 4.4. Oggi scuole chiuse. Ingv: “Niente elementi che fanno pensare a un’eruzione imminente”
Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano afferma di aver colpito un "centro di comando appartenente alla Jihad islamica palestinese" a Damasco. L'attacco dimostra che Israele "non permetterà che la Siria diventi una minaccia per lo Stato di Israele", ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, aggiungendo che nella lotta "al terrorismo islamico contro Israele, non sarà dispensato né Damasco né altri".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "La politica tende a minimizzare il ruolo dei clan all'interno delle comunità e della capacità che hanno di raccogliere consensi. Quindi c'è una minore consapevolezza in questa direzione. Farsi condizionare significa mettersi a disposizione" dei clan. E' il monito del Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars Antonello Cracolici conversando con i giornalisti a Catania dove oggi si è trasferita la Commissione per le audizioni. "La politica se si mette a disposizione - dice - è inevitabilmente subalterna alla criminalità".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "Oltre il 20 per cento dei comuni del catanese sono coinvolti in fatti di infiltrazioni, è un dato di fatto. Comuni sciolti per mafia, o per cui è stato deciso l'accesso. O per il quale verrà chiesto ei prossimi giorni, come a Ramacca". E' il grido d'allarme lanciato dal Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars, Antonello Cracolici, a margine delle audizioni a Catania. "E' evidente che c'è una condizione sulla quale bisogna guardare con molta preoccupazione quello che sta avvenendo nei territori - dice parlando con i giornalisti-Anche perché la mafia ha cambiato pelle, ha cambiato persino anagrafe".
Il Cairo, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - Egitto, Hamas e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) hanno accolto con favore le dichiarazioni di Donald Trump secondo cui “nessuno espellerà i palestinesi” dalla Striscia di Gaza, come il presidente americano ha dichiarato ieri alla Casa Bianca, in risposta a un giornalista che gli chiedeva se il piano di “espellere i palestinesi da Gaza” fosse stato menzionato durante le sue discussioni con il primo ministro irlandese, Michael Martin, in visita a Washington.
L'Egitto "afferma che questa posizione riconosce l'importanza di evitare il peggioramento delle condizioni umanitarie nella regione e la necessità di lavorare per soluzioni giuste e durature per la causa palestinese", ha affermato in una nota il Ministero degli Esteri egiziano.
Da parte sua, il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha affermato che "le dichiarazioni di Trump sulla mancata espulsione dei residenti di Gaza sono state ben accolte". E apprezzamento è stato dichiarato anche dall'Olp: "Apprezziamo le dichiarazioni del presidente americano che conferma che gli abitanti della Striscia di Gaza non sono obbligati a lasciare la loro patria", ha scritto su X il segretario generale Hussein al-Sheikh.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "L’anno scorso la Commissione scientifica ed economia del Farmaco dell'Aifa ha riclassificato, dalla diretta alla convenzionata, le gliptine, farmaci antidiabetici di largo utilizzo. È stata fatta questa riclassificazione sulla base di criteri scientifici. È una classe omogenea di farmaci, ci sono evidenze scientifiche, si è fatta un’analisi dell’impatto e a distanza di un anno possiamo dire che l’esperimento comunque ha funzionato. Effettivamente questi farmaci sono farmaci antidiabetici oggi molto utilizzati, sono di largo impiego, hanno un profilo rischio-beneficio estremamente favorevole, ma il fatto che si siano riclassificati ha portato anche a una maggiore aderenza terapeutica". Lo ha detto il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Robert Giovanni Nisticò nel suo intervento da remoto oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Il diabete - ha proseguito Nisitcò - è una patologia comunque cronica, che può portare a molte complicanze, quindi favorire l’aderenza, attraverso appunto canali distributivi che vadano verso la prossimità del paziente, è sicuramente una cosa importante. Quindi anche la rivalutazione della farmacia, della farmacia territoriale per raggiungere meglio il paziente, quindi della medicina di prossimità, della sanità di prossimità è sicuramente una cosa importante. Certamente il fatto di aver riclassificato farmaci, da un contenitore già molto sotto pressione a un altro, ci deve dire che sicuramente da un lato possiamo alleggerire quello che è il peso, la pressione del payback farmaceutico, dall’altro però ci sono nuove criticità che dobbiamo tutti insieme affrontare, ad esempio l’impatto sulle Regioni".
L'Aifa "rimane disponibile in tutto questo scenario e noi siamo chiaramente un’istituzione pronta a dialogare con tutti, per far sì che queste disposizioni della Legge di Bilancio abbiano poi la loro finalità, da un lato verso la salute dei pazienti, dall’altro anche verso la sostenibilità del Ssn" ha concluso.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "I numeri parlano chiaro: 9 ,7 milioni di risparmi per il Ssn, e da maggio a novembre 2024 le farmacie territoriali hanno dispensato oltre 2 milioni di confezioni di farmaci antidiabetici a base di gliptine. Tradotto in termini significa milioni di accessi in più a farmaci essenziali, senza file in ospedale, senza doppi passaggi in farmacia per la distribuzione per conto, senza barriere burocratiche. Abbiamo semplificato la vita a centinaia di migliaia di pazienti diabetici, soprattutto anziani, che oggi possono ritirare le loro cure direttamente nella farmacia sotto casa". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' .
"L'impatto economico del provvedimento è altrettanto significativo -sottolinea Gemmato - La spesa a carico del nostro Ssn è risultata inferiore rispetto a quanto si sarebbe verificato con la precedente modalità di distribuzione diretta e per conto, con un risparmio per il Ssn di 9,7 milioni di euro". Gemmato sottolinea l'importanza di quella che lui stesso definisce "una riforma gentile" che "consente al cittadino un migliore accesso alle cure e, di conseguenza, una migliore aderenza terapeutica", oltre "ad un risparmio per le casse dello Stato, mi sembra un ottimo risultato".
Sulla possibilità che altre classi di farmaci vengano riclassificate, come è successo per gli antidiabetici, Gemmato non ha dubbi: "Noi contiamo di spostare pezzo per pezzo - spiega - anno per anno, così come la legge prevede, con un monitoraggio di spesa, la maggior quantità possibile di farmaci, ma proprio per andare incontro al cittadino, ridurre il disagio, migliorare la compliance, l'adenza terapeutica". Ci sono alcuni farmaci che "ovviamente richiedono una dispensazione in ambiente protetto e controllato, quale è quell'ospedaliero, e quelli evidentemente non vengono toccati. Per tutta un'altra serie di farmaci, invece, si apre la possibilità dello spostamento e quindi anno per anno, con una logica di medio e di lungo periodo, sposteremo compatibilmente con il bilancio dello Stato, quindi tenendo sempre sotto controllo i conti dello Stato, sposteremo quante più categorie possibili".
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario. Siamo quindi di fronte a un cambiamento atteso e, per molti aspetti, radicale, che richiede un monitoraggio costante. Dai dati il bilancio è positivo. La spesa per il Servizio sanitario nazionale risulta ridotta, offrendo margini concreti per proseguire su questa strada, con benefici tangibili per i pazienti". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Proprio un anno fa ci siamo incontrati qui insieme a rappresentanti di istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e rappresentanti della filiera farmaceutica, per discutere questo significativo cambiamento: la possibilità per le farmacie convenzionate di dispensare farmaci precedentemente disponibili solo presso le strutture ospedaliere. Un passo in avanti che ha posto al centro le esigenze dei pazienti, semplificando il loro accesso alle cure - ha ricordato il ministro - Questo percorso ha radici lontane. Già nella precedente legislatura, grazie a un’indagine parlamentare promossa proprio dal sottosegretario Gemmato, era emersa la necessità di superare regole ormai datate, nate principalmente per contenere la spesa farmaceutica. Su queste basi è stata costruita la cornice normativa della Legge di bilancio 2024, con il coinvolgimento dell’Aifa e l’istituzione di un tavolo tecnico presso il ministero della Salute per monitorare gli effetti finanziari della misura e garantirne la sostenibilità".
"Le prestazioni farmaceutiche rappresentano un pilastro fondamentale dei Livelli Essenziali di Assistenza. Per questo, oltre all’analisi dell’impatto economico del provvedimento, è essenziale valutarne i benefici in termini di maggiore aderenza terapeutica, resa possibile da condizioni di accesso più semplice - ha aggiunto Schillaci - Le nuove disposizioni costituiscono un banco di prova della capacità del nostro servizio sanitario di innovarsi e rispondere con tempestività ai bisogni di salute cambiati dei cittadini. Abbiamo rafforzato il diritto dei cittadini ad accedere più facilmente ai farmaci; abbiamo risposto in particolare alle esigenze dei pazienti cronici e degli anziani che sono i principali fruitori della distribuzione diretta, e di chi vive nelle aree interne e più lontane dalle farmacie ospedaliere che osservano orari di lavoro limitati".
"Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario", ha concluso.