Il ministro dell'Interno Cancellieri parla di un problema "difficilmente sanabile": la legge regionale prevede che gli aspiranti governatori risiedano nell'isola da almeno 45 giorni prima del voto. E il politico catanese sarebbe fuori di poco
Per pochi giorni di ritardo sul certificato di residenza, Claudio Fava rischia di vedere stoppata la sua candidatura a governatore della Sicilia. La legge regionale infatti prevede che un candidato debba avere acquisito la residenza in un comune dell’isola almeno 45 giorni prima dalla data delle elezioni. In Sicilia si vota il 28 ottobre, quindi il termine ultimo era il 13 settembre. Fava invece sarebbe tornato ad avere la residenza in Sicilia soltanto qualche giorno dopo. E adesso è incredulo il candidato governatore della Regione Sicilia con Sinistra ecologia e libertà e Italia dei Valori. La sua corsa a palazzo d’Orleans potrebbe infatti fermarsi di fronte a questa presunta irregolarità nella presentazione del certificato elettorale al momento di candidarsi. Così almeno l’ha definita il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri. “E’ un dato tecnico che approfondiremo, il problema – ha spiegato la responsabile del Viminale – è che non sarebbero stati rispettati i tempi per la consegna della lista. Stiamo verificando”.
Parole che avevano aperto un vero e proprio giallo sulla vicenda. Fava, prima che si definissero meglio le perplessità del Viminale, si è mostrato stupito. “Noi, come del resto tutti gli altri, non abbiamo ancora presentato alcuna lista, per il semplice fatto che i termini si aprono domattina alle 9. Su che base hanno riscontrato irregolarità? Noi non abbiamo presentato nulla che recasse un nostro errore. Cosa devono approfondire? Le nostre intenzioni? O hanno commesso uno sbaglio di persona?”.
E in effetti sulle presunte irregolarità commesse dallo staff di Fava si è in queste ore aperto un vero e proprio caso sul filo Roma-Palermo. Il regolamento sulla presentazione di liste e listino parla chiaro: il termine per la consegna della composizione delle liste è compreso tra le ore 9 di giovedì 27 settembre e venerdì 28 alle 16. Per questo motivo lo staff dell’aspirante governatore ha in queste ore preso d’assedio il centralino del Viminale per capire meglio quali siano i “dati tecnici” a cui ha fatto riferimento la Cancellieri. Il Ministro infatti è stato categorico: quella commessa da Fava, ha detto, sarebbe “un’irregolarità difficilmente sanabile perché i termini elettorali sono molto rigorosi”.
Per un intero pomeriggio si è pensato che in realtà la responsabile del Viminale facesse riferimento al termine della consegna dei simboli delle liste e dei certificati elettorali dei candidati presidente, e non invece alla documentazione relativa ai vari candidati all’Assemblea Regionale Siciliana. I contrassegni delle liste andavano presentati all’ufficio elettorale della Regione Sicilia entro il 16 settembre scorso. E risultano regolarmente consegnati sia il simbolo di Italia dei Valori sia quello della lista “Fava presidente” costituita da Sel, Federazione della Sinistra e Verdi.
In serata è arrivata la conferma del Viminale che ha specificato in una nota come “il ministro Annamaria Cancellieri ha fatto riferimento non ai termini di presentazione delle liste, ma al requisito della residenza per l’iscrizione nelle liste elettorali’. Il presidente dei Verdi di Palermo, Maximo Ghioldi, ha invece sottolineato che “è singolare che il ministro dell’Interno del governo Monti, che non ha voce in capitolo sulle elezioni regionali in Sicilia, dichiari l’incandidabilità di Claudio Fava, che è l’unico candidato anti-Monti”.