Le Regioni propongono una drastica riduzione del numero dei consiglieri regionali in tutta Italia: “Saranno oltre 300 in meno”, ha annunciato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni al termine dell’incontro di Palazzo Chigi con il sottosegretario Antonio Catricalà. “Abbiamo illustrato al presidente della Repubblica e proposto al governo di adottare un provvedimento urgente fatto in tempi molto rapidi per omogeneizzare la riduzione dei costi in tutte le Regioni“, ha aggiunto Formigoni: “Si tratta di una riduzione drastica per un numero di consiglieri di oltre 300 in meno, una riduzione di un terzo”. Assieme a questo “le spese per la politica – ha concluso Formigoni – saranno tutte sottoposte alla Corte dei Conti. Si tratta di una iniziativa di autoriforma obbligatoria per tutti perché sono previste sanzioni per chi non la attuera’ entro tempi congrui, ad esempio 60 giorni”.
Le Regioni hanno proposto al governo di dare vita ad un decreto urgente che introduca tre principi: una riduzione netta e significativa di tutti i costi della politica, a partire, per le Regioni che non si sono ancora adeguate, dalla piena applicazione delle norme per la riduzione del numero dei consiglieri regionali (già previste dal decreto legge 138 del 2011), promuovendo così una omogeneizzazione delle diverse situazioni regionali; un’azione volta ad assicurare piena trasparenza dei dati relativi ai costi di funzionamento delle istituzioni e dei gruppi consiliari; l’attivazione di procedure di controllo, attraverso la Corte dei Conti, anche per quelle spese connesse ai costi della politica, ancora oggi non sottoposte a questo controllo.
La Conferenza delle Regioni, nel piano sui tagli presentato al Governo, ribadisce la necessità “improrogabile di una riforma complessiva e coerente degli assetti istituzionali” e propone al Governo “l’adozione di un provvedimento legislativo concordato urgente, da emanare entro la prossima settimana, che consenta il raggiungimento degli obiettivi citati in tutto il territorio nazionale”.
Esistono anche sanzioni per le Regioni che non si mettono in regola: andranno incontro a pesanti sanzioni in termini di minori trasferimenti da parte dello Stato.
Intanto Vendola ha scritto oggi una lettera al presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, nella quale comunica di aver deciso come “atto di responsabilità” di tagliare il suo emolumento di altri 50mila euro all’anno, dopo il taglio del 10% avvenuto un anno fa per tutti i consiglieri pugliesi.
Nella lettera a Introna, Vendola sottolinea che “in questi anni, accanto al taglio annuale del 10% che ha riguardato gli emolumenti di tutti i consiglieri, io ho imposto per me un taglio netto di ciò che era stato stabilito nel 2004 dalla legge di regolamentazione del nostro trattamento economico”. “Un taglio complessivo – afferma – di poco meno di cinquantamila euro all’anno, che comunque poneva il mio ‘stipendio’ al di sotto della retribuzione di un parlamentare (benché sia incomparabilmente più gravoso il carico di lavoro e di responsabilità che pesa sulle spalle di un governatore)”. “E, come ti è noto, io verso al mio partito – aggiunge – 5mila euro netti al mese”. Gli emolumenti attuali del presidente della Regione ammontano – secondo una tabella regionale – a 19.647,10 euro lordi al mese: poco più di 233.500 euro l’anno. Su questa cifra avverrebbe il taglio dei 50mila euro annunciato oggi da Vendola.
“Io credo che siamo chiamati a compiere gesti forti – spiega Vendola a Introna – in attesa che si possano definire a livello nazionale criteri omogenei di spesa e di retribuzione nei sistemi regionali. Nel frattempo, ciascuno è chiamato anche a dare un buon esempio. Mi si consenta di farlo in modo unilaterale, come un atto di responsabilità: io taglio il mio emolumento di altri 50mila euro all’anno. Spero che tutto il Consiglio possa comprendere il messaggio e fare scelte conseguenti”.
“Siamo – scrive Vendola – ad un passaggio davvero drammatico della vita democratica del Paese: mentre la crisi e il disagio sociale bussano alle porte di milioni di famiglie e rendono incerto il futuro delle giovani generazioni, il moltiplicarsi degli scandali legati all’uso distorto del denaro pubblico genera rabbia e sgomento”. Per Vendola, “non è sufficiente dire: noi in Puglia non abbiamo trasformato il Consiglio regionale in un luna-park di sperperi e di ruberie. Essere ultimi in classifica per quanto riguarda la spesa per il funzionamento dei gruppi consiliari e per quanto concerne l’intera attività consiliare, è certamente un segno di sobrietà. Ma occorre fare di più”.
Vendola scrive di auspicare che il consiglio regionale approvi “quanto prima” la modifica dello Statuto regionale per portare a 50 il numero dei consiglieri: “Su questo – aggiunge – c’è un accordo largo tra le forze politiche e dunque occorre procedere senza indugio. Ma assai significativo sarebbe varare la legge regionale sul conflitto d’interessi, che è ora al vaglio della Commissione affari istituzionali”.