Nemmeno la malattia ha fermato la sua voglia di scrivere. Stefano Benni è tornato, “ dopo un periodo di pausa forzata – dice – finalmente sono tornato con un libro, un libro sulla nuova vita di Martin, un professore universitario che si trasferisce in campagna”.
Per presentare il suo ultimo lavoro, Di tutte le ricchezze (Feltrinelli) lo scrittore bolognese ha scelto Firenze proprio nel giorno dell’uscita del libro. E i lettori hanno risposto, riempiendo la platea del Saloncino della Pergola e restando in silenzio, per tutta la durata della lettura dei passi del libro, recitati dall’attrice Angela Finocchiaro. E tra le prossime tappe anche Bologna, l’11 ottobre alle 18 alla Libreria Coop Ambasciatori con introduzione di Guido Magnisi.
Il libro, 208 pagine, racconta la storia di Martin, un maturo professore e poeta che ha scelto di ritirarsi e scappare dalla confusione della città andando a vivere ai margini di un bosco dove imparerà a conoscere e addirittura a parlare con molti animali, reali e bizzarri, tra cui il cane Ombra. L’ombra, parola che ritorna nei libri di Benni e che fa da sottofondo alle storie, raccontate con maestria e leggerezza dallo scrittore bolognese. Nel precendente romanzo, “La traccia dell’angelo” pubblicato nel 2011 da Sellerio le ombre dell’ansia e della dipendenza assalivano Morfeo, il protagonista.
In “Di tutte le ricchezze” Ombra è il nome di un cane, che rispecchia la parte autobiografica del romanzo. “Anch’io – ammette Benni – da piccolo parlavo con gli animali”. “Il professore – spiega l’autore di Pane e Tempesta e Bar Sport – coltiva la sua passione di studioso per la poesia giocosa e per il Catena, un misterioso poeta locale morto in manicomio”. Ma questa tranquillità è turbata dall’arrivo di una coppia che va a vivere in un casale vicino alla nuova casa di Martin: «un mercante d’arte in fuga dalla città e Michelle, la sua bellissima e biondissima compagna». La presenza di Michelle, «simile ad una donna conosciuta da Martin nel passato e la sua apparizione gonfia di vento, pensieri e speranze i giorni del buon vecchio professore».