Il Museo d'Arte Moderna di Bologna ospita dal 29 settembre al 2 dicembre, 76 opere del collezionista napoletano Ernesto Esposito: da Ides of March di Cy Twombly a One and three frames di Jospeh Kosuth, passando da Mapplethorpe e Katz
Approfondendo la riflessione sulla identità e sulle funzioni del museo contemporaneo in cui si esplica una delle sue principali linee di ricerca scientifica, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna apre i propri spazi espositivi come campo critico di incontro tra la dimensione pubblica di una istituzione museale e quella intima di una collezione privata, presentando dal 29 settembre al 2 dicembre 2012 la mostra CARA DOMANI opere dalla collezione Ernesto Esposito, designer di calzature haute couture di fama internazionale e proprietario di una raccolta composta da oltre 900 pezzi di arte contemporanea, riconosciuta tra le più rilevanti in ambito europeo.
L’esposizione ospitata al MAMbo esplora il peculiare immaginario di Esposito, schiudendo lo sguardo dello spettatore verso un affascinante viaggio immersivo in cui si rivela – come in un ritratto autobiografico in progress – un gusto curioso, raffinato, audace, che non teme ma anzi si concede a un desiderio onnivoro, viscerale, divorante fino a lambire la compulsività.
Lo stesso assetto espositivo della mostra non si struttura secondo nuclei tematici e stilistici organici bensì si definisce secondo un unico percorso scenografico che restituisce la vitalità caleidoscopica della collezione, in cui maestri dell’arte contemporanea dialogano con giovani artisti emergenti in una sorprendente continuità.
La narrazione di questa avventura intellettuale e emotiva, ancora in pieno svolgimento, aderisce in stretta relazione agli spazi espositivi del museo attraverso una selezione di 76 opere – tra dipinti, fotografie, video, sculture e installazioni – realizzate da 69 autori di generazioni e aree culturali e geografiche diverse.
Si incontrano così alcuni dei più interessanti sviluppi del linguaggio pittorico degli ultimi decenni: dall’enigmatico figurativismo stilizzato dei ritratti di Alex Katz, ai segni ossessivamente ipnotici di Yayoi Kusama, ai raffinati monocromi dalla texture vibrante di Jason Martin, fino a Damien Hirst di cui è presente l’opera del 2007 Beautiful Guest Must Dress in Pastel Only for the Picture Painting appartenente alla serie degli Spin Paintings. Affini, per la comune energia provocatoria che origina nella scena newyorkese esplosa all’inizio degli anni Duemila, appaiono invece le opere di Dan Colen, Terence Koh, Ryan McGinley, Agathe Snow, Dash Snow e Aaron Young, in cui le sottoculture urbane giovanili vengono rivisitate in una sintesi che contamina ascendenze pop, neodada e concettuali.
Il percorso espositivo della mostra offre inoltre sorprendenti intervalli di rigore intellettuale con lavori seminali di Joseph Beuys e Joseph Kosuth: del primo è esposta l’opera del 1962 Untitled (Braunkreuz) dalla suggestiva valenza mistico-simbolico, mentre l’opera del secondo One and three frames, realizzata nel 1965, segna l’inizio di una riflessione tautologica sul linguaggio artistico che viene ripresa, a oltre quarant’anni di distanza, dal collettivo Claire Fontaine con l’installazione luminosa del 2009 This neon sign was made by…
E ancora, l’immaginario pop contemporaneo è protagonista delle atmosfere psichedeliche con cui giocano Jim Lambie e il collettivo avaf (assume vivid astro focus), mentre Rob Pruitt con l’installazione San Pellegrino Fountain rigenera la banalità del consumismo quotidiano in zampillante gioia, trasformando la Sala delle Ciminiere del museo in una pubblica piazza.
A pietre miliari dell’arte contemporanea come Ides of March, dipinto di Cy Twombly del 1962 che porta l’espressionismo astratto a livelli irraggiungibili di emotività ludica, o lo scatto Ken Moody del 1983 di Robert Mapplethorpe, che celebra la perfezione di una bellezza anatomica classica, fanno da contrappunto opere significative di artisti ancora in piena attività come Francesco Vezzoli e Martin Creed – presenti, rispettivamente, con un arazzo del 2009 Enjoy the New Fragrance (Lee Miller for Greed) e con l’installazione Work No. 180; Largo, larghetto, adagio, andante, moderato, allegro, presto, prestissimo (1995-2004).
Mondi e pulsioni distanti e apparentemente irriducibili raggiungono nella collezione di Ernesto Esposito una coerenza felicemente eccentrica su cui aleggia un senso di vitalità, sebbene velato di malinconia, che è difficile non ricondurre a Napoli, città in cui il designer è nato e ha scelto di continuare a vivere. È lo stesso collezionista a raccontare la propria passione: “È una mania, un vizio…Più arte possiedo e più mi sento meglio…Io appartengo a quella cerchia che ha vissuto ogni giorno della sua vita con l’impulso irrefrenabile di dover acquistare opere significative per la propria raccolta, che sente l’arte come una vera e propria fonte di felicità e la propria collezione come mezzo per diffondere (attraverso mostre temporanee) cultura nella maniera più attuale e personale”.
La mostra Cara Domani è accompagnata da un catalogo pubblicato da Edizioni Corraini in un originale formato di rotocalco dedicato alla figura di Ernesto Esposito, che comprende una introduzione di Gianfranco Maraniello, una lunga intervista della curatrice Caroline Corbetta al collezionista.
Visite speciali si tengono ogni giovedì alle ore 18.30 e ogni domenica alle ore 17.00. Ingresso: € 4 a persona più ingresso in mostra (€ 6 intero, € 4 ridotto) minimo 6 max 30 persone. Info e prenotazioni: tel. 051 6496628 (dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle 17); tel. 051 6496611 (dal sabato alla domenica dalle 12 alle 17).