Il presidente Giorgio Napolitano e il ministro della Giustizia Paola Severino hanno reso noto, con un comunicato del Quirinale, l’esigenza immediata di modifiche della normativa in materia di diffamazione a mezzo stampa “tenendo conto delle indicazioni della Corte europea di Strasburgo, non escludendo possibili ricadute concrete sul caso Sallusti“. “La pena detentiva – ha affermato il ministro della Giustizia – deve essere sempre l’extrema ratio”, e “se ci sono altri percorsi è bene seguirli”.
Ieri la Severino, senza rilasciare commenti sulla sentenza della Cassazione, aveva ribadito la necessità di “intervenire al più presto sulla disciplina della responsabilità per diffamazione del direttore responsabile”. E le reazioni alla condanna dal mondo della stampa sono state durissime. Franco Siddi, segretario generale della Federazione nazionale della stampa, l’ha definita “una sentenza sconvolgente, ci sentiamo tutti Sallusti”.
Dalla politica il vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato, Gaetano Quagliarello ha dichiarato: “Quando il prossimo rapporto internazionale sulla libertà di stampa collocherà l’Italia al livello della Corea del Nord, voglio vedere se qualcuno avrà il coraggio di prendersela con il centrodestra”. Roberto Maroni, rievocando per l’occasione il celebre motto del procuratore capo di Milano Francesco Saverio Borrelli, ha espresso “solidarietà” e ha rivolto un: “Resisti, resisti, resisti”. E il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ha definito la sentenza “liberticida, che segna una delle pagine più buie della magistratura italiana”.