C’è l’accordo tra i leader dei tre partiti greci di maggioranza sulla quasi totalità delle nuove misure imposte dalla troika, con la richiesta di una proroga di due anni. Samaras, Venizelos e Kouvellis hanno trovato la quadra “sugli assi principali” dell’intervento che porterà l’erario ellenico a risparmiare 11,5 miliardi di euro nel biennio 2013-2014, come ha sottolineato il ministro delle finanze Stournaras uscendo dal Megaro Maximo dove si è tenuto il delicatissimo vertice.

Il pacchetto verrà quindi sottoposto al vaglio degli emissari di Ue, Bce e Fmi di ritorno ad Atene il prossimo lunedì e in seguito verrà calendarizzato il voto della Camera, verosimilmente entro una settimana. Restano da definire quelle che Kouvellis ha epitetato come “clausole di compensazione”. Ovvero giù stipendi, pensioni, indennità per quasi 10 miliardi, ma il nodo è sulla cassa integrazione e su una sorta di ammortizzatori sociali che impediscano il tracollo sociale.

Stournaras ha assicurato che il governo intenderà cercare quelle compensazioni chieste dal leader del Dimar, promettendo che saranno “equilibrate”. Aggiungendo che l’accelerazione è stata imposta dalla vicinanza con il prossimo Eurogruppo di ottobre. Ha inoltre lasciato una porta aperta a un nuovo incontro dei tre leader politici della coalizione, proprio per limare le suddette clausole sulle quali premono non poco anche i sindacati del paese, dopo lo sciopero generale che ha portato per le strade della capitale cinquantamila manifestanti.

Ha inoltre dichiarato che l’estensione richiesta per le misure è di due anni, ossia entro il 2016. Ancora perplesso il leader di Sinistra Democratica Fotis Kouvellis, secondo cui la partita si giocherà sulle cosiddette clausole sostitutive oltre che sulle misure compensative. L’intero pacchetto sarà portato al vaglio europeo il prossimo giovedì in occasione della riunione dell’Eurogruppo con i ministri economici dell’Ue.

Di fondamentale importanza, ha commentato il leader del Pasok, Venizelos, l’allungamento delle misure al 2016 per tenere sotto controllo lo spread, e “l’estensione ci permetterà di avere un effetto sulla crescita”. Quindi ha inviato un messaggio di sostegno al popolo greco “che lotta” e ha chiesto a nome del Pasok che le misure siano il più equilibrate possibile. Ha provveduto anche a lanciare un appello alle istituzioni europee, affinché comprendano a fondo gli enormi sacrifici che la Grecia sta affrontando, aggiungendo che il dibattito sulla permanenza o meno del paese nell’eurozona è più pericoloso del rischio stesso di perdere il denaro prestato alla Grecia fino ad oggi.

Ma cosa è cambiato realmente all’interno del piano, dalla fuga della troika lo scorso venerdì, fino all’accordo di oggi? Il rigetto da parte della troika di voltare le spalle alla direttrice di riduzione drastica della spesa pubblica è stato al centro delle controversie con il ministro Stournaras. Lo scontro di venerdì scorso ha prodotto di fatto una sorta di “linea rossa” che entrambe le parti non potevano e non potranno oltrepassare.

Il sunto di oggi, dicono fonti governative, indica un lavorìo diplomatico che ha portato a cambiare il mix di politica fiscale così come segue. L’accordo c’è sui seguenti provvedimenti: aumento di tasse per i liberi professionisti che pagheranno circa il 35%; le entrate fiscali complessive saranno aumentate di 2 milioni e non di 3 come richiesto dalla troika; aumento della tassa per i redditi rurali; ripristino del beneficio di persone con esigenze speciali (SEN) ai livelli del 2008 (costo € 340.000.000); più di sette miliardi di tagli nel settore pubblico di stipendi, indennità e pensioni; aumento dei contributi minimi da versare per la pensione.

Su altre misure invece i tre leader si confronteranno ancora, molto probabilmente entro il finesettimana, ovvero: aumento dell’età pensionabile generale da 65 a 67 anni, e il conseguente aumento in tutti i limiti di età per le madri; taglio della pensione per i minori di anni 64; riduzione delle pensioni principali e supplementari da 1.000 euro in su; eliminazione di tredicesime e quattordicesime nel settore pubblico; licenziamento di tutti i funzionari pubblici colpevoli di falsa testimonianza; taglio dei contributi per lavoratori stagionali in disoccupazione; criteri più severi per gli assegni familiari; riduzione della spesa farmaceutica dei fondi di assicurazione; taglio dei costi dei nosocomi su tutto il territorio nazionale. E il Financial Times Deutschland scrive: “Obama, Merkel e Jiabao mantengono la Grecia nell’area dell’euro”. Sì, ma a quale prezzo?

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