"Fai figurare che ti sposti, cerchi un consigliere comunale del luogo e ti fai fare una ricevuta che dice che lavori". Stando al racconto fatto a Telelombardia, il suo ospite a Sestiere con questo sistema avrebbe intascato 5.000 euro durante una settimana bianca. Ma il deputato protegge l'amico consigliere e non fa nomi
Meglio mettere le mani avanti e confermare “candidamente” le peggiori abitudini. Il ras di Vercelli, Roberto Rosso, l’ex vicepresidente della Giunta Cota (ed ex sottosegretario di un paio di governi Berlusconi, nonché fugace leader piemontese di Fli prima del rientro nei ranghi al tempo dei “responsabili”), raccontando in tv la performance dell’amico consigliere che incassava gettoni di missione e rimborsi chilometrici mentre era in settimana bianca a Sestriere, ha infatti lanciato un sasso grosso come una casa nel già agitato stagno di Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale.
Rosso conferma tutto: “E’ un’abitudine consolidata di molti consiglieri regionali – racconta – Tu fai figurare che ti sposti da un posto a un altro, poi vai a cercare un consigliere comunale del luogo e ti fai rilasciare una ricevuta in cui figura che tu sei in missione per conto della Regione. Così incassi l’indennità di missione e pure il rimborso chilometrico per gli spostamenti”. Stando al racconto fatto da Rosso a Telelombardia, il suo ospite a Sestiere con questo sistema avrebbe intascato 5.000 euro durante una settimana bianca: “Ma succede anche d’estate – rincara la dose l’ex sottosegretario – me lo hanno detto un sacco di amici: durante il mese di agosto, sebbene il Consiglio sia chiuso per ferie, è prassi farsi riconoscere indennità di missione, a patto di essere in vacanza in una località del Piemonte”.
Ma perché racconta adesso queste cose? “Lo faccio per denunciare le storture della normativa regionale. Quello che fanno abitualmente i consiglieri è perfettamente lecito”. Ecco, la linea di “er batman”: Chiamateli disonesti ma non delinquenti.
Rosso, politico di razza scuola Dc, deve aver capito prima di altri che sulla Regione Piemonte incombe il rischio di una bufera. La Conferenza dei Capigruppo, ieri, ha ipotizzato di rendere pubbliche tutte le autocertificazioni presentate dai singoli consiglieri per ottenere i rimborsi delle missioni sul territorio. Se fosse vero la metà di quanto racconta Rosso (che tra l’altro è stato rinviato a giudizio con l’accusa di associazione a delinquere per avere, secondo l’accusa, utilizzato a fini privati fondi pubblici elargiti all’Associazione “Terre d’Acqua” di Vercelli) c’è da aver paura.
Intanto l’incidente diplomatico è fatto. Già, perché Roberto Rosso, nel raccontare la storiella del Sestriere a Telelombardia, a proposito dei rimborsi chilometrici, si lascia scappare “San Germano” (Vercellese, ndr), il comune di meno di duemila anime dove risiede Luca Pedrale, presidente del gruppo consiliare del Pdl che – dicono i bene informati – da ex sodale si è trasformato in buon nemico di Roberto Rosso: “Non sono io – protesta Pedrale – non ho mai sciato con l’onorevole Rosso. Faccia il nome di questo consigliere o ex consigliere entro 24 ore. Altrimenti la Regione Pie-monte dovrà querelare per diffamazione l’onorevole Rosso per aver leso l’immagine e la dignità dell’istituzione regionale”.
“SAN GERMANO? – risponde Rosso – mi sono sbagliato, ho pensato al primo comune che mi è venuto in mente, Pedrale non c’entra nulla”. Una goffa retromarcia confermata ufficialmente nel pomeriggio con una lettera di scuse letta dal presidente del Consiglio Vale-rio Cattaneo: “Carissimi – scrive l’onorevole ai suoi ex colleghi – ho visto con rammarico le conseguenze e il frastuono suscitati da una mia battuta, per il vero improvvida, circa la certificabilità delle missioni. Mi spiace inoltre che per un improprio accostamento al comune di San Germano, da me citato per comodità tra i tanti comuni piemontesi, a farne le spese sia stato l’incolpevole capogruppo Luca Pedrale. Vi chiedo scusa per questo incidente e vi saluto cordialmente”. Meno cordiali – forse – saranno stati i pensieri di alcuni membri del parlamentino piemontese. All’ufficio di presidenza di Palazzo Lascaris (soprattutto da parte di Movimento 5 Stelle, Sel e Federazione della Sinistra, che le spese le hanno da tempo già messe online) fioccano le richieste perchè le autocertificazioni, che in passato hanno fruttato fino a 3.700 euro in aggiunta agli 8.600 euro lordi al mese, siano rese pubbliche: “Sono abbastanza terrorizzati”, è la sintesi abbastanza eloquente di un dipendente di uno dei 15 gruppi consiliari.
di Stefano Caselli e David Perluigi
da Il Fatto Quotidiano del 27 settembre 2012