Descritta così sembra una cosa d’altri tempi. Ma siccome siamo al giorno d’oggi, e non in un passato più o meno lontano, occorre fare i conti con la contemporaneità. E la contemporaneità significa che, di solito, in una situazione del genere, c’è un momento critico, che è il passaggio da una generazione all’altra.
Insomma, possiamo in qualche modo prevedere che il “quadretto” funzioni abbastanza bene fino a quando lo teniamo fermo in un tempo bloccato; finché lo consideriamo insomma “intemporale”.
Lo stesso quadretto infatti comincia a scricchiolare quando, per semplice necessità biologica, si deve passare la mano da una generazione all’altra.
Prima o poi dunque gli artigiani anziani non potranno garantire più quel (livello di) prodotto, se nella loro bottega non hanno (molto per tempo) accolto e preparato qualcuno più giovane. E se questo qualcuno non sia diventato (con un lungo apprendistato) tecnicamente e culturalmente capace di proseguire e migliorare l’opera del suo mastro. Qualcuno che dovrà anche essere in grado di proseguire nella motivazione di quel mestiere…la stessa motivazione che ha sostenuto il mastro durante lunghi anni, quando lui stesso era un apprendista.
Notiamo subito che, in tutto questo discorso, “materia prima” non è tanto il legno, il ferro, la terra, gli animali, ma proprio la motivazione delle persone. Verrebbe da dire che la motivazione, in questo contesto, è la materia prima più preziosa. Una strana materia prima che non si trova in natura. Non almeno nella “prima natura”. Se mai è una costruzione della seconda natura di cui parlava già Aristotele. Seconda-natura, forse un po’ meno “naturale” (ma altrettanto forte) della prima. Fatta di relazioni, di lingua, di costumi, di rapporti di conoscenza faccia-a-faccia fra le persone. Il che significa anche di fiducia, di credito e di solidarietà reciproci.
Perciò questa materia prima (disposizione necessaria ad ogni dispositivo) non può essere “misurata” né preventivata in partenza. Ma solo pazientemente costruita, in quella miriade di rapporti, intrecci, relazioni, sentimenti che fanno di una passione una passione, di un gusto un gusto, di uno stile uno stile. Insomma di tutto ciò che, in sintesi, chiamiamo sapere (il sapere o i saperi). E certo capirete che, nella preparazione di un mastro artigiano, questa “materia prima” ha un ruolo fondamentale. È assolutamente necessaria in ogni caso. Dato che, alla fine, sarà proprio quella a fare di quel prodotto quel prodotto. Sarà quella a garantirne la forma e l’uso, ma soprattutto il senso.
(… continua)