“Per ragioni economiche e commerciali, è interrotta la programmazione e annullato il palinsesto”. Così, con queste due righe, scarne e scritte di getto come si usa ormai in tempo di crisi e articolo 18 riformato, Radio Manà Manà ieri sera ha comunicato a suoi conduttori l’imprevista e improvvisa svolta: da questa mattina l’emittente romana trasmette solo musica e giornale radio sine die, tranciate di netto tutte le rubriche di approfondimento, intrattenimento sportivo e talk radio.
Addio voce di Marco Baldini, compagno di Fiorello pure per Wind. Addio incursioni affannate, dotte e urticanti di Maurizio Costanzo, Luciano Moggi (si, proprio lui, lupus in fabula di Calciopoli) e Gabriele La Porta. Addio agli opinionisti calcianti Angelo Di Livio, Bruno Giordano, Vincenzo D’Amico e a tanti altri valorosi giovani speaker, prelevati per lo più dal gotha della concorrenza locale. E addio, se volete, pure alla mia voce. Si, perché il caso (chiamiamolo così, sic!) ha voluto che nel calderone dei circa 100 tra collaboratori, redattori e giornalisti radio lasciati a spasso dall’oggi al domani, in realtà ci sia anch’io: domenica mattina non sarò on-air per condurre il rotocalco di informazione, inchiesta e libera cultura calcistica Nel Salotto di Sfera, pensato per parlare di calcio in modo scomodo, inedito, letterario e controcorrente che (ahimè!) per “ragioni economiche e commerciali” è praticamente finito prima di cominciare.
Radio Manà Manà, seguita non soltanto nell’FM capitolino, è una new entry nell’emittenza radiofonica: creata dal livornese Stefano Bandecchi, già candidato per la Pisana con Forza Italia ai tempi dell’elezione di Piero Marrazzo, è la creatura dell’ideatore di un’agguerritissima campagna pubblicitaria in compartecipazione col main sponsor Università telematica Niccolò Cusano, spot tv sui canali Mediaset, martellanti maxi-affissioni per la città eterna e sponsorizzazioni allo Stadio Olimpico. Bandecchi, legato allo sport dall’Aurelia Nuoto (già in vasca con la pluridecorata Alessia Filippi), è detentore del Microfono d’Oro, premio assegnato (tra le polemiche) in collaborazione con Roma Capitale alemanniana, ma soprattutto imprenditore nonché fondatore dell’anonimo Movimento dell’Unione Italiano. Praticamente un fuoco di paglia. Senza più paglia.
“Solidarietà ai giornalisti e lavoratori di Radio Manà Manà”, si comincia a leggere in queste ore su social network e web. Basterà per ridare lavoro e voce ad un centinaio di nuovi disoccupati? O forse della raucedine, in tempo di bavagli, menzogne e galera per diffamazione a mezzo stampa, dovremmo lentamente cominciare a farcene una ragione (economica e commerciale)?