Assurdo. E’ il giudizio del portavoce di Angela Merkel alle parole dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ieri aveva sminuito un’eventuale uscita dall’euro di Berlino. “Sostenere che l’uscita della Germania dall’Eurozona non sarebbe un dramma è assurdo”, ha risposto Steffen Seibert. Anzi: il portavoce della Cancelliera ha rilanciato sostenendo – non per primo, a dire il vero – una prosecuzione del rapporto con l’attuale capo del governo: “Angela Merkel lavora bene e in stretto contatto con il premier Mario Monti“, ha detto, commentando un eventuale bis del capo dell’esecutivo tecnico accolto favorevolmente, peraltro, anche dall’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne.
Ieri infatti, parlando ai cronisti da New York, il Professore non ha escluso di potersi ricandidare al termine della legislatura. Specie se la richiesta verrà dai partiti. “Prenderei in considerazione un secondo mandato solo in circostanze particolari e se richiesto dalle forze politiche in campo”, aveva detto confermando la sua disponibilità “se richiesta”, ma auspicando che dalle urne, ad aprile, esca un risultato politico chiaro: “Dopo le elezioni – aveva continuato – sarebbe normale avere una forza politica in grado di esprimere un premier tra le sue fila. In ogni caso, io sarò lì – aveva concluso, facendo capire di non poter escludere a priori un altro suo incarico- e risponderò alle eventuali richieste se le condizioni dovessero richiederlo”.
Ieri Berlusconi aveva avuto parole tutt’altro che concilianti nei confronti della Cancelleria tedesca, ‘colpevole’ di averlo messo nell’angolo in squadra con l’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy. “Io ho sostenuto battaglie plurime in Europa contro chi voleva dare a tutto l’impianto europeo – aveva aggiunto il Cavaliere – solo regole di austerity nell’illusione che portassero al rialzo dell’economia. Ma ero una voce isolata”. Duro anche l’attacco alla moneta unica: “Il grande imbroglio non è il governo tecnico e cosa sta succedendo in Italia, ma è l’euro che è stato introdotto senza che avesse una banca centrale alle spalle”. Non ha risparmiato neanche una frecciata all’asse franco-tedesco, che lo mise all’angolo nell’autunno dello scorso anno: “La signora Merkel, come sempre sostenuta da Sarkozy, pretendeva l’introduzione della Tobin tax. Io feci notare che l’introduzione di questa tassa avrebbe favorito i paesi che non l’applicavano, danneggiando l’Europa. Le transazioni sarebbero andate tutte a Singapore. Sono intervenuto in Europa a fermare delle cose perché ero l’unico imprenditore tra i capi di Stato e di Governo”.